Doveva essere il giorno della storia, il 13 dicembre rossonero, invece domani non accadrà praticamente nulla in via Aldo Rossi, a Casa Milan, quando alle 10.30 si terrà regolarmente – in seconda convocazione, su richiesta di Fininvest – l’Assemblea dei Soci. Un’assemblea straordinaria per portare a termine la cessione del 99.93% della società alla cordata guidata da Yonghong Li e Han Li, almeno nelle intenzioni iniziali, ora crollata in termini di importanza e diventata un passaggio formale senza cambiamenti in arrivo. Cosa aspettarsi, allora?
EPPUR SI MUOVE • Il nuovo rimarrà il vecchio, ovvero verrà confermato l’attuale CdA a partire dalle posizioni di vertice di Adriano Galliani e Barbara Berlusconi. Poi basta, a parte (forse) un brindisi di Natale. Senza regali, perché la situazione vieta di spingersi più in là dopo il rinvio del closing: l’ennesima data da segnare sul calendario è il 3 marzo, nonostante i protagonisti sperino di chiudere prima del previsto. Colpa delle autorizzazioni del governo di Pechino, non semplici da ottenere così da firmare l’affare fatto. Un problema di soldi, ancora da spedire nelle casse della holding della famiglia Berlusconi: all’appello mancano 340 milioni, dopo i 100+100 delle due caparre. E il mercato non ringrazia.
«SPECULATORI?» • Non mancherà l’avvocato Giuseppe La Scala, presidente dei Piccoli Azionisti che possiedono il restante 0.07%: «Porremo delle domande al socio Fininvest – spiega a Mi-Tomorrow –, vorremmo lumi sulla cessione: dalla figura dello stato cinese alla lista degli investitori. Barbara? Non ci sarà nessuno, come al solito. Non ho speranze di ricevere risposte, ma il problema vero è che non esiste un progetto del consorzio nel medio-lungo periodo riguardo la gestione della squadra: li chiamerei quasi “speculatori”… E Fassone non può permettersi di rischiare uno smacco reputazionale del genere. Chiediamo al Milan di pretendere l’effettiva garanzia dei 350 milioni da spendere post-closing, ma è talmente mal governato che magari non se ne preoccupano».