Che Patrick Cutrone fosse un elemento su cui puntare a lungo termine, questo era già noto da tempo. Ma che ora sapesse anche fare la differenza con la fascia da capitano al braccio, ruolo che ricopre vista l’assenza di El Hilali, non ce lo aspettavamo. Perché al ragazzo mancava questo: fare la differenza guidando il gruppo. E ora che anche questo aspetto è stato superato, manca solo una cosa per completare il percorso nelle giovanili rossonere.
L’anno scorso i gol in campionato furono 14, quest’anno siamo a quota 9 a metà stagione (terza marcatore del girone dopo Alessandro Rossi, Lazio, a quota 17; e Simon Stefanec, Hellas Verona, 11) e la sensazione è che il numero sia destinato ad aumentare. Unico neo l’espulsione rimediata nell’ultima giornata: al Vismara andava in scena Milan-Lazio e una reazione, sicuramente eccessiva ma punita esageratamente, costringerà a Nava a rinunciare al proprio bomber per le prime gare nel 2017. Però Cutrone quest’anno si è caricato la squadra sulla spalle e il 2016 sarà sicuramente ricordato come l’anno della sua consacrazione a livello giovanile.
Adesso manca l’ultimo tassello per definire quello che ne sarà del Cutrone giocatore professionistico: l’esordio in Prima Squadra, con il Milan o altrove. Perché Cutrone merita di giocare e siamo sicuri che Montella, attentissimo ai giovani, lo avrà già opzionato. Noi, intanto, continuiamo a godercelo in Primavera.