A voler mantenere la promessa, sarebbero stati 50 km amari. E allora Suso ha pensato bene di distinguere: andava a casa a piedi, sì, ma in caso di vittoria. E a quel punto non era il caso di farsi da solo la passeggiata San Siro-Milanello. Si chiama Jesus, attrezzato per il difficile ma non ancora per i miracoli: meglio tornare in macchina. Con molta rabbia, perché entrerà nella galleria di quelli che hanno segnato una doppietta in un derby ma senza portarlo a casa. Ma i gol, belli, rimangono.
Dalla scoperta di Benitez, dal passaggio al Liverpool, dall’esperienza in Spagna (Cadice), dai malumori con Mihajlovic, dall’esperienza rivitalizzante in prestito al Genoa fino a ieri sera. Proprio a Marassi segnò la sua prima doppietta in un derby (vinto), guarda a caso alla Samp di Montella. Scherzi del destino. Insomma, il 23enne ha restituito a Vincenzo quel che era di Vincenzo, con gli interessi: gli ha fatto sperare di passare almeno una settimana da solo al secondo posto, rimettendo brividi caldi addosso ai tifosi che ormai da anni parevano aver perso la voglia di sognare. Tornare in Europa rimane l’obiettivo, ancora lontano, e farlo dalla porta principale l’ambizione – o l’illusione? – massima. Nessuno, nemmeno lo spagnolo, avrebbe creduto a una classifica del genere ad inizio stagione, figurarsi – ammette La Gazzetta dello Sport – se sarebbe davvero successo di arrivare alle spalle della Juve e davanti alla Roma.
Adesso chissà quanto Suso andrà davvero lontano con il Milan. Protagonista a Palermo, gol e “assist” a Lapadula, con l’Inter ha alzato il livello ed è stato decisivo. In un certo senso questa è una nuova era, dopo tempi di panchine e incomprensioni. Sono stati i primi gol a San Siro, perché finora aveva marcato a Napoli e appunto a Palermo: ormai sta lasciando il segno ovunque. Un po’ come Kakà, fenomeno al quale vorrebbe assomigliare per essere ricordato alla grande in rossonero. Manca molto, ma la rincorsa è spedita.