La cordata cinese del Milan fa la cura dimagrante. Saranno infatti 4 al massimo 5 i soggetti del consorzio rispetto ai 7-8 prospettati all’inizio. Ma, secondo quanti risulta a fonti autorevoli contattate da questa rubrica, gli unici due nomi certi sono quello del capocordata Yonghong Li e di Haixia Capital, cioè quelli annunciati nel comunicato Fininvest di qualche mese fa. Al contrario c’è ancora l’enigma sugli altri 2-3 nomi visto che non sarebbe ancora confermata (almeno per il momento) la presenza delle società nominate in questi giorni nei media: cioè Ping An, Tcl Corporation e China Construction Bank.
Al contrario alla rubrica The Insider risulta un grande attivismo sul deal della banca cinese Citic, che dovrebbe essere finanziatrice della transazione. Il closing, previsto attorno al 20 novembre, potrebbe essere spostato di qualche giorno e proprio a ridosso della data finale si dovrebbe avere certezza sui nomi. Di sicuro, la vicenda del riassetto rossonero ha tutti gli ingredienti per essere ricordata a lungo. Mai, nella storia della finanza applicata al calcio, si è visto tanto mistero sull’identità dei compratori di un club. La stessa Suning è apparsa pubblicamente nel giro di qualche settimana, prima di comprare l’Inter. Lo stesso ha fatto Abramovich, il proprietario del Chelsea, prima di acquistare il club londinese.
E che dire del fondo del Qatar che ha rilevato il Paris Saint Germain. I riservatissimi reali del Qatar si sono manifestati pubblicamente nel giro di qualche settimana presentandosi al pubblico e ai giornali francesi. Il riassetto del Milan va invece su tutt’altri binari. Ormai sono oltre due anni (prima con Mr Bee e ora con Mr Li) che non si comprende chi ci metterà davvero i soldi sui rossoneri. Certo 100 milioni sono già arrivati e non è in dubbio che l’operazione, presto o tardi, arriverà a conclusione. Ma perché tutto questo mistero sul nome degli investitori a sole poche settimane dalla data indicata per il closing?
Fonte: carlofesta.blog.ilsole24ore.com