SM/ Calabria: “Sono da sempre milanista. Ora c’è grande collegamento tra prima squadra e settore giovanile. Sui miei ricordi migliori…”

Dal nostro inviato, Daniele Mariani

Davide Calabria, terzino rossonero, è presente a Casa Milan per assistere all’evento “La Fabbrica di Uomini: il capitale umano“. Il terzino ha preso parte al convegno sul settore giovanile del Diavolo, queste le dichiarazioni raccolte da SpazioMilan.it: “Ho iniziato qui a 10 anni nel 2006. Soprattutto in questo periodo, c’è un collegamento molto forte tra settore giovanile e prima squadra, più di quando sono arrivato io. Ho sempre studiato a Brescia. Poi quando sono arrivato in convitto, sono iniziate le complicazioni con lo studio. Il passaggio da casa al convitto è stato più duro di quanto mi aspettassi. Diciamo che è andata meglio nel calcio che nella scuola (ride). Quando sei al Milan, devi rispettare delle regole importanti. Vivere in una società che ti abitua a vivere civilmente insieme agli altri, ti aiuta a crescere. Io sono nato tifoso milanista ed ero già abituato ad andare a San siro. È stato un sogno far parte di questa squadra ed arrivare in prima. Il Milan, per me, è la miglior società del mondo per tutto quello che gira attorno ad un club così. I primi anni, passare dal tuo paesino ad una realtà così, sono stati difficili. Si fanno sacrifici per un sogno. L’allontanamento da casa è stato duro, anche se ora abito lì. Sono riuscito a superare i problemi grazie a Bolis e Francesca Luiso che mi hanno aiutato tanto“.

– Ancora Calabria sulle difficoltà ad emergere ed i ricordi del settore giovanile: “Coraggio, spirito di sacrificio e di squadra sono le qualità che mi hanno portato qui. Sono sempre stato un panchinaro da piccolo, ero in secondo piano e quindi ho capito tante cose: l’importanza della squadra l’ho capita da questi momenti. Senza mia mamma non sarei arrivato qui. Un anno non riuscivano più a starmi dietro, poi fortunatamente si sono confrontati fra loro e hanno ragionato che non era giusto far finire il sogno di un bambino. Ricordi migliori? L’esordio con Inzaghi, la finale di Coppa Italia. L’importante è sognare. La qualità più importante che deve avere un giovane calciatore? Ripeto, spirito di sacrificio e voglia di migliorarsi e completarsi”.

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