LE PAROLE DI POLI A MILAN TV IN DIRETTA
Su Locatelli: “E’ un ragazzo che ha dimostrato di poter far bene, sarà delicata domenica ma i compagni lo aiuteranno. E’ un ragazzo serio, che ha voglia di imparare, che sta giocando e anche bene. Non deve crearsi nessun problema. Lui e Donnarumma sono ragazzi seri e questo è importante”.
Sul calore dei tifosi: “La mia voglia è molta, anche nei loro confronti. Mi sono sempre preso delle responsabilità nella carriera, non ho paura, cercherò sempre di fare del mio meglio e di aiutare la squadra”.
L’accoglienza a Marassi: “La prima volta che tornai a Marassi, dopo essere arrivato al Milan, ricevetti una super accoglienza da parte dello stadio. Sono entrato con Kakà e ci fu un grande applauso, io dissi che questo è il bello del calcio. Lui mi consigliai di non esultare in caso di gol, quando entrai”.
Su Gattuso: “Non ho il suo numero ma lo seguo, è una leggenda è ho avuto il grande piacere di incontrare. Un trascinatore vero, un trascinatore nato: lo stimo e ogni volta che lo vedo lo abbraccio e ci parlo, sono contento di vederlo perché è un grande, una persona che ha fatto la storia del calcio. Ha iniziato la carriera da allenatore e sta facendo bene, sono contento. MI ha fatto i complimenti? Una grande soddisfazione, avrei voluto tanto averlo come compagno. Sarebbe stato un esempio, in campo e fuori”.
La partita più emozionante: “Tante, caratterialmente non sono uno che si emoziona particolarmente. L’esordio è stato emozionante, con il PSV, anche perché era una gara sentita, contro una squadra giovane e forte: in Olanda sono entrato sull’1-1 e quasi segnavo, è stato bravissimo il portiere. Era una partita delicata. Mi ricordo anche la prima gara da titolare”.
Sulla premiazione dopo le 100 presenze: “Il discorso di Galliani è stato bello ed emozionante, raggiungere le 100 presenze in poco più di 3 anni è una grande soddisfazione. Ho passato dei bellissimi momenti, in anni non facili per il club: questo ti responsabilizza, ti dà una carica diversa e ancora più forte. Giocare con la maglia che hai tifato fin da piccolo è straordinario. Ho ringraziato Berlusconi, Galliani e tutti quanti“.
Sulla prova da terzino a Genova: “A Genova c’è stato un passo falso, ma voglio sottolineare la reazione che abbiamo avuto. Non è facile andare là e vincere, dipende anche dagli episodi: dopo l’1-0 abbiamo reagito bene, potevamo rimetterla in piedi, poi siamo rimasti in 10 e io potevo e dovevo fare gol. Ci sono state molto cose positive, anche se nel calcio di oggi il risultato la fa da padrone. In Italia è così: se vinci sei il più forte e se perdi è un disastro e va bene così, non c’è problema. Bisogna sempre cercare di essere obiettivi: ne se sono state dette di ogni, si parlava di squadra scarica ma l’ho rivista e non mi sembrava. In 10, qualitativamente parlando, come palleggio, abbiamo fatto una delle migliori prestazioni“.
Finalmente un gruppo: “Parliamo spesso di gruppo, è una parola molto importante e con grande significato. Vero, ci sono tanti singoli che ti possono far vincere una partita, ma il gruppo fa la differenza: nelle vittorie e nelle sconfitte. Forse in questi anni, dopo così tanti problemi, forse è la prima volta che vedo un gruppo affiatato e che vuole fare bene. La strada è quella giusta“.
Sull’importanza di avere una squadra molto italiana: “C’è una diversità ad avere una rosa con così tanti italiani, ma la storia del Milan è questo. Stiamo cercando di ricreare un gruppo così e ci stiamo riuscendo perché siamo tanti ragazzi italiani, tanti giovani e tanti milanisti. Quindi è bello ricreare uno zoccolo duro come questo, anche se ci sono degli stranieri che sono bravissimi e stanno dando l’anima”.
Su come sta il Milan in vista del derby: “La squadra sta molto bene, ha lavorato bene. Sono rientrati i Nazionali italiani, ora mancano pochi giocatori. Ci stiamo preparando bene, queste partite si preparano da sole: grande palcoscenico, ognuno vuole giocare. Per noi e per i tifosi sarà importantissima, speriamo di dire ancora la nostra”.
Sull’esordio in Serie A, alla Samp nel 2007, con Mazzarri in panchina e Montella in panchina: “Avevo 18 anni ed ero aggregato con la Prima squadra dalla Primavera. Quella volta lì la squadra non stava attraversando un buon periodo, siamo andati a Cagliari e vincevamo 3-0 a fine primo tempo. Mister Mazzarri si è girato verso mister Montella e gli ha detto ‘Vincenzo, scaldati che entri’ e Montella rispose: ‘Ma siamo 3-0, fai entrare il ragazzino'”.
Sul calcio: “Il calcio è la mia passione, ci giocherei 24 ore al giorno e mi diverto. Ho iniziato molto presto, le prime partite a 16 anni: è da sempre la mia grande passione. Sono arrivato in una squadra con così grande blasone, indossando una maglia leggendaria: per me è il massimo. Voglia, grinta e abnegazione mi sembrano normali per giocatori di alto livello come noi, nelle grandi partite come nelle amichevoli. Si chiama mentalità vincente, quella che sta tornando al Milan”.
Sull’esultanza nel gol di Lapadula: “Tutto bene (ride)… Lapadula ha una gran voglia di segnare”.
Differenza fra derby di Genova e Milano: “Il derby di Milano mediaticamente è più seguito, sono squadre di classifica più alta. Il derby è la partita clou dell’anno in ogni città, ma a Genova è molto caldo, è un derby molto acceso per quanto riguarda gli scontri in mezzo al campo. I tifosi sono molto presenti, è veramente un palcoscenico importante”.
Polivalente: “Mi ricordo che in una partita ho cambiato 4 volte di posizione. Essere duttile è una forza e parte dall’esperienza, dalla voi: le mie posizione preferite sono la mezzala o l’interno che sia, ma sono a disposizione. Come Massaro? Anche lui ha cambiato spesso, è un aspetto positivo lungo la carriera. Non seguo molte partite di calcio da casa, anche se conosco il calcio da anni e ormai ho capito come funziona”.
Ruolo preferito: “Ho giocato anche nel centrocampo a 2, con Palombo alla Samp: mi sono trovato bene anche lì e abbiamo fatto benissimo. Ma la mezzala è il ruolo migliore: ti permettere di attaccare e difendere, di giocare a tutto campo che è quello che mi piace. Il primo gol rossonero nel derby? Non diciamolo…”.
L’ingresso in campo a Palermo: “L’approccio era stato buono, buonissimi nei primi 15. Poi ci siamo rilassati, il Palermo è uscito e ci stava mettendo in difficoltà attaccandoci. Poi siamo entrati io e Lapadula. Ogni giocatore deve dare il suo contributo, ogni giocatore che non gioca dall’inizio deve dare una mano alla squadra in campo: che sia per 5, 20 o 90 minuti. Da questo si vede un gruppo forte. Ho incitato i compagni perché serviva in quel momento. Abbiamo vinto su un campo importante e difficile, contro un avversario in difficoltà, un risultato fondamentale ai fini del campionato”.