Il 13 dicembre ormai è alle porte e sull’asse Milano-Pechino tutti mostrano la massima serenità sul fatto che il passaggio di proprietà del Milan da Fininvest a Sino-Europe Sports si concluda nel migliore dei modi nel giorni di Santa Lucia. Tuttavia, come sempre, non sono stati fatti i conti con Silvio Berlusconi, che a maggior ragione in tempo di elezioni (stavolta referendarie), è tornato a parlare giorno e notte del “suo” Milan, facendo capire che rimarrebbe volentieri alla guida del club che presiede da oltre trent’anno.
L’edizione odierna di Repubblica pone in evidenzia quello che potrebbe essere lo scenario nel caso in cui la cordata orientale non riesca ad ottenere in tempo le autorizzazioni dal Governo di Pechino per sbloccare i 420 milioni da versare, via Lussemburgo, nelle casse di Fininvest almeno cinque giorni prima del closing. In particolare potrebbe esserci un rinvio del closing di almeno sei mesi per negoziare un nuovo accordo, ovviamente alle condizioni di Berlusconi, il quale resterebbe alla guida del club di via Aldo Rossi.
Ora la palla, dunque, passa ai cinesi che, per evitare anche la penale di cento milioni, devono accelerare i tempi per mettere tutto nero su bianco e fermare le voci speculative sulla composizione e soprattutto la consistenza economica e patrimoniale della cordata capeggiata da Yonghong Li.