Domenica pomeriggio. Il Milan sta conducendo per 1-0 contro il Pescara. Siamo nel secondo tempo e la partita è ancora apertissima a ogni risultato. Gli ospiti attaccano a testa bassa alla ricerca del pari, mentre i rossoneri passano troppo tempo a specchiarsi senza chiudere il match. Improvvisamente al 17′ della ripresa si alza la lavagnetta luminosa per annunciare il primo cambio chiamato da Vincenzo Montella. Dalla panchina milanista si alza un ragazzotto biondo, alto e magro. Indossa la maglia numero 80, la stessa che fu di Ronaldinho. Lui è Mario Pasalic e finalmente può fare il suo esordio in Serie A.
Smaltiti i guai fisici e superati gli ostacoli del suo ambientamento in Italia, ecco dunque il momento di Pasalic, che fin qui aveva assaggiato il campo soltanto nell’amichevole di inizio settembre contro il Bornemouth. In Milan-Pescara il croato ha giocato circa 30′, una buona mezzora in cui ha sfoggiato tutto il suo repertorio. Quel bagaglio di classe e tecnica che in passato gli aveva fatto guadagnare l’etichetta pesantissima eccessiva e (fin qui) non mantenuta di “nuovo Modric”. Pur a sprazzi, Pasalic ha impressionato per l’interessante mix di qualità e quantità. Merce rara dalle parti di Milanello.
Insomma, il messaggio è chiaro: Pasalic è finalmente abile e arruolabile. Ma quanto spazio troverà nelle prossime partite? Dura la vita per un ragazzo finalmente pronto a stupire, ma di fatto chiuso da un trio titolare pressoché inamovibile. La mediana rossonera è chiusa a tre mandate: Bonaventura-Locatelli-Kucka. Un jolly tuttofare, un baby regista dai numeri impressionanti e un recupera palloni grinta e corsa. Pasalic è in forma, come detto è un mediano dalle caratteristiche particolari, ha numeri in importanti ma rischia seriamente di ricoprire il ruolo di seconda scelta.
(Foto in evidenza: AcMilan.com)
Twitter: @Fede0fede
This post was last modified on 3 Novembre 2016 - 20:34