Il 2-2 complessivamente rende giustizia, apre La Gazzetta dello Sport, e il punto permette al Milan di agganciare la Roma e salire così al secondo posto. A San Siro non si sono notate le 8 lunghezze di distanza, anzi in testa e in coda alla gara sembrava l’Inter quella davanti: superiorità tecnica e territoriale, carattere e doppio recupero allo svantaggio. La posizione avanzata di Joao Mario ha sbilanciato i nerazzurri ma anche consentito ai rossoneri di giocare la prestazione preferita e cioè di pura rimessa. Pioli ha dominato per mezzora, creando seri problemi a Montella grazie alle posizioni e ai movimenti di Candreva e Perisic, i quali non stavano così esterni ma anzi si accentravano per creare spazi e rompere lo schema delle marcature avversarie.
Appena l’Inter ha preso fiato, dopo aver perso Medel, il Milan l’ha punita con il gol di Suso: mancino a giro all’angolino figlio di una ripartenza veloce. Un calcio alle varie sofferenze precedenti: resistenza, resistenza e poi il cinismo decisivo in fase offensiva. L’1-0 ha stanato il Diavolo, rendendolo consapevole della sua forza, e non si sa se per volontà dell’allenatore o per decisione dei giocatori ma nella ripresa il canovaccio è cambiato: Bonaventura ha preso per mano i compagni e cominciato a spingere nella metà campo interista. E nemmeno il pareggio ha tarpato le ali. Sono bastati 5′ per segnare il 2-1: merito di Bacca, demeriti di Murillo e Miranda, grande merito ancora di Suso che col destro infila Handanovic. Passava il tempo ma poi l’Aeroplanino ha iniziato a mandare messaggi difensivisti ai suoi, togliendo Bacca e Niang e rimanendo solo con Lapadula (subentrato) in attacco; anche gli ingressi di Mati Fernandez e Pasalic dimostrano un chiaro intento di voler conservare il risultato. All’opposto dell’Inter, che ha messo Jovetic e si è ripresa il possesso tecnico e del campo fino al rocambolesco 2-2 di Perisic su corner (Handanovic era in area).
This post was last modified on 21 Novembre 2016 - 14:58