Lì dove la Roma pareggiò 0-0, il Milan passa con ampio margine (4-1) e approda da solo – almeno per qualche ora – al secondo posto, a +3 proprio dai giallorossi. Nessuna illusione scudetto, anche se un dato ingolosisce: 29 punti in 14 giornate, uno in meno della stagione 2010-2011, quella dello scudetto. Il Milan giovane e in prevalenza italiano, comunque, ha pieno diritto di correre per un posto al sole in Champions.
Al Castellani la vittoria si è costruita sull’asse Suso-Lapadula: assist e gol per lo spagnolo, doppietta per l’attaccante; Bacca, invece, con il permesso del club, se ne stava a Siviglia. L’impressione è che stia prendendo forma un passaggio di consegne per il ruolo di punta, scrive La Gazzetta dello Sport, anche se dall’ex Pescara ci si aspettano conferme contro avversari di maggiore spessore. Sempre più netta l’incidenza di Suso sul fatturato rossonero: 4 gol nelle ultime 3 gare, anzi dal Palermo in poi di fatto ha deciso ogni rete. Ieri il Diavolo ha schierato la sua squadra più verde dal 1985: età media di 23.6 anni nella formazione iniziale. E i giovani sono imprevedibili: ti danno e ti tolgono, sbagliano ma poi recuperano nell’arco dello stesso match. E i giovani, va ammesso, avevano cominciato così così: prima lo sciagurato passaggio di Donnarumma a De Sciglio, leggerezza che stava per costare carissimo, poi la pittoresca uscita dello stesso portiere a regalare l’1-1 di Saponara; Locatelli ha perso il confronto personale con Saponara, De Sciglio ha sofferto Marilungo, non esattamente Cristiano Ronaldo. Sembravano brutti segnali, di sconfitta latente, ma i toscani fallivano diverse occasioni e il passare del tempo gli ha via via eliminati dal campo: equilibrio sottile, bastava poco per svoltare. E quindi la partita è di facile lettura: Empoli di corsa e intensità, Milan tecnicamente superiore. In questo senso, sempre secondo GaSport, Montella ha beneficiato del cambio Kucka-Mati Fernandez: la mediana è presto passata da lenta e vulnerabile a robusta. Il resto, ad un certo punto, ce l’ha messo Bonaventura, che dalla mezzora iniziava a strappare come nel derby. Un segnale: quando Jack si accende, cambia il vento e si scrollano di dosso tensioni e problemi.
Col senno di poi si potrebbe dire che i “baby” in campo abbiano mostrato saggezza, lasciando sfogare gli avversari per colpirli sopraggiunta la stanchezza: in realtà hanno sbagliato tanto – l’inconveniente ci deve stare per crescere – e la vera fortuna è stata quella di arrivare in pareggio all’intervallo. La differenza l’ha fatta l’attacco: piedi buoni, progressioni, azioni, suggerimenti, cattiveria, gol. Freddezza e cinismo. Non serve chiedersi dove arriverà questa squadra: godersi fino in fondo l’attimo, grazie.
(Foto in evidenza: AcMilan.com)