Alessandro Mastalli, centrocampista scuola Milan, al momento alla Juve Stabia, durante un’intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com, ha parlato dei suoi trascorsi rossoneri, del suo ex allenatore, Pippo Inzaghi, e dei suoi ex compagni di squadra, Gianluigi Donnarumma e Manuel Locatelli:
“Il rapporto che ho avuto con Inzaghi è stato fantastico. Mi ha preso negli Allievi nazionali e lì subito si è instaurato un grande feeling tra noi due. Mi ha dato la fascia da capitano, fui eletto dai miei compagni. E mi ha fatto piacere che poi lui abbia raccontato questo aneddoto quando ho esordito in Serie A. Con Inzaghi ho giocato anche la Youth League con la Primavera, per poi passare in prima squadra quando lui è stato promosso. Gli devo tanto. Una volta mi ha raccontato che quando ha giocato la finale di Champions League contro il Liverpool, lui era il sesto rigorista. Pregava che il Milan segnasse i cinque rigori precedenti per non andare sul dischetto: se avesse dovuto tirarlo lui, si sarebbe fatto toccare la palla da qualche compagno. Donnarumma? E’ un predestinato. E’ una cosa che si dice spesso su di lui, ma è la verità. Lo sento spesso, ma devo dire che, ultimamente, non mi risponde più e questa cosa non mi piace (ride, ndr). Non credo si sia montato la testa, non è il tipo. E’ un ragazzo d’oro e ha la testa sulle spalle. In ogni caso, gli chiedo di rispondere ai miei messaggi. Locatelli? Non mi aspettavo che avesse quest’impatto ma sapevo che prima o poi sarebbe uscito, perché ha grandi qualità. Quando giocava con me forse non era pronto di testa, poi ha avuto un miglioramento eccezionale. Merito suo, si è impegnato tanto. Gli ho scritto quando ha segnato contro Sassuolo e Juventus, facendogli i complimenti. Quando Brocchi l’ha fatto esordire, siamo andati tutti a mangiare in un ristorante e, giustamente, avrebbe dovuto pagare lui, solo che arrivò un conto molto salato e lo vidi in difficoltà. Ma Manuel, da vero uomo, lo pagò”.
E ancora: “Il mio passato? Ho sempre voluto giocare a calcio, ho iniziato a quattro anni e mezzo, nella squadra che allenava mio padre, a Mezzolara. Poi, sono stato cinque anni nel Castelfranco Emilia, successivamente, Bologna e poi Milan. Sono un ragazzo tranquillo. Mi piace giocare a ping-pong e uscire con gli amici. Mio padre mi ha insegnato che, nel calcio, il riposo è fondamentale, per allenarsi ogni giorno con la giusta energia e concentrazione. Quindi, fuori dal campo, faccio attività tranquille. I miei idoli? In campo, al Milan, mi ha sempre impressionato Menez: aveva un cambio di passo impressionante. Ciononostante, mi ispiro a Fabregas e Iniesta. Brocchi? Con lui, ho avuto subito un impatto positivo. Sono stato un anno e mezzo con lui e si è instaurato un feeling non tra allenatore e giocatore, ma tra due persone che si conoscono da tempo. Predilige questo tipo di legame, in modo da farti stare sereno. Nell’ultima sessione di mercato, mi ha chiamato, mi voleva con sé a Brescia, ma io ho scelto Castellammare. Il mio passaggio alla Juve Stabia? Mi avevano contattato già a gennaio, il presidente aveva chiamato il mio procuratore. La Juve Stabia è stata la prima società a volermi a tutti i costi e la mia scelta è dipesa anche da quest’aspetto. All’inizio, l’idea era quella di un prestito con diritto di riscatto, poi la scelta di andare a titolo definitivo è stata soprattutto la mia. Bisognava dare una svolta, dopo sei anni di Milan. Il primo posto? Non ci aspettavamo nulla di tutto questo, ma lavoriamo giorno dopo giorno, per fare qualcosa di importante. I giovani che stanno esordendo in rossonero? Il destino ha scelto così e significa che sarebbe dovuta andare in questo modo. Non ho alcun rammarico, Juve Stabia è la piazza migliore, per me, in questo momento. Per il futuro, spero di andare avanti passo dopo passo, cercando di fare sempre meglio, per provare, un giorno, a tornare al Milan da protagonista“.
This post was last modified on 11 Novembre 2016 - 20:34