Due mesi fa, nessuno avrebbe scommesso un euro sul Milan terzo in classifica. Due mesi fa, forse neppure il Milan avrebbe scommesso un euro su se stesso. Due mesi fa, si era appena chiuso il mercato estivo, con gli ennesimi sogni disillusi e le speranze disattese. Davanti, la prospettiva di un’altra stagione fallimentare, con vecchi e nuovi giocatori messi lì a caso come tessere di un puzzle sbagliato.
Oggi, due mesi dopo, quelli che sembravano pesci fuor d’acqua, stanno lentamente guadagnando un pezzettino di Milan con la propria firma scritta a caratteri un po’ più grandi. Ancora non maiuscoli, ma almeno evidenti. Lapadula, Mati Fernandez, Pasalic, e poi i rientrati Suso e Paletta: la gara con il Palermo ha confermato la loro crescita.
Il gol di Lapadula (convocato in Nazionale per forfait di Gabbiadini) è il segnale che ci si aspettava da lui. Lo spazio fin qui è stato pochissimo, ma la sensazione è che al Barbera sia stata realizzata non solo una rete, ma un’inversione di rotta. Il Milan lo attende, i tifosi sono con lui.
Mati Fernandez è finalmente a disposizione del mister Montella: il Palermo è solo l’inizio, ora deve trovare la condizione giusta. Sarà una pedina importante per lo scacchiere rossonero.
Pasalic, molto più di Sosa, sta guadagnando consensi: le sue prestazioni non sono ancora brillanti, ma precise e volenterose. Ha spesso tentato anche azioni personali, segno di un’intraprendenza che però deve ancora essere affinata.
Suso e Paletta, rientrati dai prestiti, sono due (re)innesti preziosissimi: Suso ci mette anima e idee (ancora a fasi alterne), Paletta mette il catenaccio, la sua presenza è una sicurezza.
Ancora da inquadrare meglio Gustavo Gomez, per cui, però, non ci sono note di demerito.