Si dice che sognare non costi nulla. Dipende: se ti svegli cadendo dal letto rischi di farti male, e se la realtà è diversa dal sogno rischi di pagare un conto salato. Nel caso del Milan, però, potrebbe essere interessante seguire il decorso dei pensieri di Montella. A Palermo, per la prima volta, ha sdoganato il concetto di sogno abbinato alla parola Champions. Qualcosa che fino a poco tempo fa sarebbe stato tabù. Inizia così la lunga analisi de La Gazzetta dello Sport sul Diavolo europeo.
Sono tre i motivi principali scelti dai colleghi, riassunti in: allenatore, scommesse vinte e liquidità fresca. Ma andiamo con ordine, partendo da Vincenzo Montella. È lui l’artefice massimo di questa rinascita rossonera, è evidente. La rosa è la stessa dello scorso anno, con stessi pregi e stessi difetti, il campano però è stato bravo nel creare una squadra vera, un gruppo, un gioco. Non sarà mai il tiquitaca perseguito da sempre, ma un abile adattamento al materiale a disposizione, segnale di maturità ed intelligenza.
Secondo punto, strettamente legato al tecnico. La rosa non presentava fuoriclasse, così bisognava inventarsi qualcosa, detto fatto. Le scommesse dell’aeroplanino stanno funzionando in toto, con l’esplosione di Niang, Suso e Locatelli (giusto per far tre nomi). La prossima sarà coinvolgere un numero maggiore di giocatori presenti in rosa. Terzo ma non ultimo per importanza, l’arrivo dei soldi cinesi. Al momento è più un punto di domanda che una sicurezza, ma qualora tutto dovesse andare come preventivato, a gennaio il Milan potrebbe permettersi un paio di “innesti furbi”, regalandosi nuove pedine per il rush finale.
This post was last modified on 8 Novembre 2016 - 19:08