Trattandosi di tematica sentita, sensibile e delicata, è giusto porre una premessa importante: il closing per la cessione del Milan non è in dubbio, non ci sono allarmi pressanti ne, tantomeno, compratori preoccupati. Detto ciò, l’edizione odierna de Il Corriere della Sera mette in risalto la corsa contro il tempo scattata per ottenere le autorizzazioni di esportazione di capitali da parte del governo di Pechino. Le parti in causa sono fiduciose che tutto andrà per il verso giusto nei tempi previsti, ma dato l’importanza dell’operazione, è giusto preparare un piano B all’altezza: ecco svelato il fitto lavoro di questi giorni da parte di Yonghong Li e Han Li.
Qualora il denaro da versare nelle casse di Fininvest dovesse rimanere congelato in Cina, i finanziamenti verranno comunque garantiti da altre banche, probabilmente europee, inserite dai due capi cordata di Sino-Europe come ‘paracadute’ o ‘salva vita’ di tutto il passaggio di consegne. Ma come mai tante difficoltà burocratiche? Da fonti asiatiche molto vicine alla trattativa, rivelano i colleghi, pare aver inciso in maniera importante la scelta, del sindaco Sala, di conferire la cittadinanza onoraria di Milano al Dalai Lama. Una decisione che avrebbe irritato non poco il governo di Pechino, ma che non dovrebbe comunque inficiare la buona riuscita del tutto. E chissà che proprio l’incontro con Xi Jinping di ieri, con Renzi protagonista di due regali con maglie di Milan e Inter, non sia servito per ammorbidire la situazione.
La situazione, a pochi giorni dalla firma definitiva, è ancora ingarbugliata, ma il closing, riporta il Corriere, non è da considerare in dubbio, a tal punto che già si sta lavorando per organizzare l’assemblea dei soci che ratificherà il cambio ai vertici del club di via Aldo Rossi. Si respira ottimismo e fiducia negli ambienti finanziari, ma se dalla Cina arrivassero le autorizzazioni senza complicazioni, tutti sarebbero ancor più sorridenti.