Nel calderone post derby e pre closing, le parole di Silvio Berlusconi hanno trovato una cassa di risonanza fortissima in casa Milan. Quasi tutti gli interessi si sono concentrati sulla cessione societaria, legata comunque anche al campo, dal solito filo che in questi 30 anni ha segnato il rapporto tra il presidente rossonero e i vari allenatori: il modulo.
Uno delle condizioni poste da Berlusconi ai cinesi per rimanere presidente onorario è quella di mettere voce sulla formazione e su come dovrebbe essere schierata. Le 2 punte ritornano ciclicamente e sono ormai un must del patron rossonero che, senza nessun tipo di polemica, ha ricordato anche a Montella quale sia lo schieramento più giusto per il Diavolo. Nella conferenza prima della fondamentale trasferta di Empoli, il mister, ha in qualche modo risposto. E’ anche lui entrato nel partito di quelli che ‘le parole del presidente non si commentano‘, salvo pi aggiungere ‘credo che non ci sia un modulo che ti faccia vincere, al massimo agevola le qualità dei calciatori. Io comunque ascolto sempre quello che dice il presidente…”. Come dire, grazie ma continuerò così. Nessuna polemica, nessuno scontro verbale come magari nei prossimi giorni vorranno far passare, solamente una precisione, anche dovuta se vogliamo analizzare la stagione della squadra. Il mister ha ragione in questo momento a continuare in questo modo, il Milan è secondo in classifica e lui sta valorizzando al massimo gli uomini a disposizione, con un calcio magari non troppo spettacolare ma solido e compatto. E che fino a questo momento sta dando i suoi frutti. Non si vince perché al posto di un attaccante esterno si schiera un trequartista, vinci se hai i campioni o in alternativa se ha un’idea di squadra e un’identità. Al Milan in questo momento campioni non ce ne sono, ci sono molti grandi futuri crack ma l’unico vero fuoriclasse gioca con le mani e in una posizione troppo lontana per cambiare le sorti offensive della squadra.
This post was last modified on 25 Novembre 2016 - 22:12