Come di consueto, abbiamo ripetuto meccanicamente l’operazione di voltare pagina del calendario, guardando in maniera sommaria gli impegni della giornata. Oggi no, le cose sono andate in maniera diversa. Nel leggere 1° Novembre, la mente ci ha catapultato a Casa Milan, quartier generale rossonero pronto a passare in mani cinesi. Dopo anni di chiacchiere, indiscrezioni, notizie ufficiali e poi smentite, clamorosi ribaltoni e colpi di scena, si è arrivati al rettilineo conclusivo di questa pazza corsa chiamata “cessione societaria”, con tanti iscritti ai nastri di partenza ma una sola cordata a quello di arrivo.
Strano a dirsi tanto quanto a pensarci, ma l’intero mondo Milan è entrato ufficialmente nel mese del closing. Un paio di settimane, una ventina di giorni al massimo, ed il Diavolo scriverà nuovamente la storia: non sarà per un trionfo sul campo o per un campione presentato in via Aldo Rossi, ma per l’abbraccio finanziario con il Dragone cinese, pronto ormai a prendere il sopravvento della Milano calcistica. Le storiche compagini meneghine, in mano alle due famiglie simbolo del benessere della capitale delle moda, appartengono al passato; rimpiazzate da business, sviluppo del brand, ricerche di marketing ed aumento di capitale, una scientifica e naturale evoluzione della specie. I prossimi passi sono già chiari ed annunciati. Marco Fassone, uomo chiave nella ricostruzione della creatura di Herbert Kilpin, si trova in Cina: non alla scoperta della terra del Sol Levante, ne tantomeno per piacere personale, bensì per assistere agli ultimi dettagli tecnici della nascita di una nuova era. Tra una conferenza, un meeting, uno studio dei conti ed un’analisi dei bilanci, l’ex dirigente di Napoli, Juventus ed Inter avrà modo anche per parlare di mercato di gennaio, prima cartina di tornasole per la maggioranza del tifo milanista.
Ma non solo nel continente asiatico si svilupperanno novità cruciali, anche Milano sarà scenario di importanti trame. La prima riguarda Fininvest e l’arrivo della chiacchieratissima lista completa di investitori. Ci sarà uno zoccolo duro formato da potenze economiche, e di questo vi è quasi certezza, ciò che resta ancora ignoto sarà il ‘cast di support’, ovvero tutti quegli investitori di seconda importanza a livello economico ma comunque cruciali nel raggiungimento del capitale prestabilito e prefissato. La holding berlusconiana vivrà poi un altro atto da protagonista: la dipartita di Adriano Galliani. Le dichiarazioni degli ultimi giorni non lasciano nulla all’immaginazione, delimitando paletti chiari: o si fa in un certo modo, oppure il signor Galliani ringrazia e si mette da parte. Salvo colpi di scena, le prossime saranno le ultime settimane da amministratore delegato del Milan da parte del più fido braccio destro di Berlusconi, legati da un rapporto personale e professionale da oltre 30 anni. Non vi sono ancora certezze per una data precisa, ma il lasso temporale del derby (20 novembre per intenderci) rimane il più caldo, fortemente cerchiato di rosso su tutti i calendari. Si respira ottimismo tra le parti e tutto lascia pensare che si possa chiudere senza intoppi. Dopo 30 anni di presidenza ad alti livelli, signore e signori, benvenuti nel mese che riscriverà la storia della società fondata il 16 dicembre 1899 nella fiaschetteria toscana.