-2 al D-Day. Perché di questo si tratta, del giorno dei giorni, del match più atteso da mesi – o addirittura anni – da tutto l’ambiente rossonero. Milan-Juventus di sabato potrà essere la partita decisiva per capire le vere ambizioni e la reale consistenza della sorprendente creatura di Montella. Scenario diverso rispetto al loro ultimo duello in Serie A: era aprile e alla guida del Milan c’era Mihajlovic, arrivato al match con un filotto di risultati e prestazioni negative. Ma in campo, nonostante le premesse, il match fu match equilibrato e giocato alla pari, deciso solo da episodi sfortunati e dalle prodezze di Buffon: il Milan rispose “presente” e giocò anche per il suo allenatore. Ma Berlusconi, ormai ai ferri corti col serbo per il suo calcio poco convincente, lo esonerò comunque, spianando la strada a Cristian Brocchi. E aprendo, nei fatti, un finale di campionato in cui la squadra sbandò e perse il piazzamento Europa League: quel Milan-Juve costato l’allontanamento di Mihajlovic, a posteriori, fu nefasto.
Ma in realtà anche un altro recentissimo Milan-Juventus, l’ultimo giocato in ordine di tempo, ha avuto un peso specifico notevole per il Diavolo e per il suo futuro. Era il 21 maggio di quest’anno e all’Olimpico di Roma si giocava la finale di Coppa Italia 2016: di fronte alla corazzata bianconera, capace di firmare in campionato una rimonta destinata a restare nella storia del calcio italiano, il già citato giovane e fragile Milan di Brocchi. Che, tuttavia, in quel match fu tutt’altro che remissivo: Montolivo e compagni, nonostante un evidente gap tecnico con l’avversario e delle assenze pesanti, giocarono 120′ di carattere, cuore e coraggio, piegati soltanto da un acuto di Morata. La squadra, nella partita secca, rispose ancora “presente”, ma la finale-spartiacque della stagione 2015/2016 segnò ancora il futuro del tecnico: quella finale – persa – segnò la fine precoce dell’esperienza di Brocchi sulla panchina rossonera e aprì all’inizio di una nuova gestione tecnica.
Oggi è tutta un’altra storia. Sono passati appena cinque mesi totali (di cui due di calcio giocato) ma dalle parti di Casa Milan è cambiato tutto: c’è Vincenzo Montella, c’è una squadra equilibrata e ragionata e soprattutto c’è un insperato e inatteso 2^ posto in Serie A, alle spalle proprio della Juventus. Premesse che, evidentemente, non legano il futuro dell’Aeroplanino alla gara di sabato: i risultati importanti e l’amalgama di squadra creata convincono appieno. Non sarà un dentro o fuori personale ma la chance per avvicinare – anche se momentaneamente – la Vecchia Signora e regalare finalmente una gioia ai tifosi rossoneri. E se l’obiettivo Champions appare al momento velleitario, con Roma e Napoli più attrezzate e collaudate sul lungo periodo, l’idea di battere i pentacampioni d’Italia e acerrimi rivali di una vita stuzzica non poco tutto il mondo Milan. Montella, con l’epico 4-2 sulla Juve dei tempi di Firenze, sa come si fa: a prescindere dal piazzamento finale, sarebbe certamente una bella soddisfazione.