Si gioca di notte e il sogno del Milan è quello di volare in vetta alla classifica. Battendo il Genoa, sarebbe il quarto successo di fila, Montella potrebbe addormentarsi al primo posto. Ma il primato, dopo la conferenza della vigilia a Milanello, si porta dietro anche il primo comandamento: vietata l’euforia, obbligatoria la massima concentrazione, anche perché il lusso/rischio – anche solo per qualche ora o magari qualche giorno – non è stato un tema su cui l’allenatore ha insistito per caricare il gruppo.
Milan al comando da solo, concretamente non accade dal 31 marzo 2012, meno di 5 anni fa e all’11esima giornata di ritorno: sono passati 1669 giorni da quando quella (grande) squadra venne fermata dal Catania. A Robinho replicò Spolli, con le polemiche arbitrali a tenere banco. I rossoneri rivendicarono il raddoppio del brasiliano, non convalidato nel famosissimo episodio del gol-non gol (la palla aveva superato per intero la linea?). Galliani mostrò un eloquente fermo immagine dal suo cellulare, prontamente condiviso dal sito ufficiale della società. Era il Diavolo di Allegri, che allora se la prese con Marotta e adesso ci lavora in sintonia da anni, d Ibra e di Abate titolare. L’altro superstite è De Sciglio, giovane aggregato ma in quell’occasione nemmeno in panchina. Sulla panchina avversaria, invece, c’era niente meno che Montella, giovane tecnico in rampa di lancio. Oggi, dunque, si può chiudere il cerchio, osserva La Gazzetta dello Sport.
Lo scudetto si perde dopo, ai danni della Juve, soprattutto cadendo in casa con la Fiorentina. Il Milan riuscì a tornare primo per una notte, vincendo col Chievo a Verona, ma non bastò. Più o meno lo scenario di oggi: volare in vetta, anche se per pochissimo, provando a marcare i bianconeri. E ci proverà con un gruppo pieno di giovani (età media più bassa della Serie A), elogiati anche da Sino-Europe Sports in un comunicato.