Bonaventura crea, Donnarumma conserva. Nella giornata che teoricamente avrebbe dovuto favorire la Roma, è il Milan a scoprirsi lassù, al terzo posto e a -1 proprio dai giallorossi (e a +2 dal Napoli). Basta l’1-0: quarto successo di fila in casa, due pali, almeno un rigore negato su Bacca, zona Champions e l’impressione di un gioco più fluido grazie alla sicurezza della classifica. Eppure il Pescara poteva pareggiare e non sarebbe stato uno scandalo. Troppi gli spazi concessi agli avversari, sia in azioni manovrate che nelle ripartenze, solo che Donnarumma è come Buffon e da portiere garantisce decine di punti in stagione.
Una quindicina le conclusioni per i rossoneri, ma è una punizione a decidere. Che (doppia) beffa per la squadra di Oddo, che paga a caro prezzo il lodevole coraggio messo in campo regalando palla e calcio da fermo a uno specialista ormai. La barriera salta e Jack fa partire un rasoterra non forte ma preciso che passa sotto e gonfia il sacco. Settimo gol da fuori per il Diavolo: nessuno così in Serie A. Sembra sia stato Honda in settimana a Milanello a suggerire una soluzione del genere, in ogni caso Bonaventura va molto oltre alla rete: fa il primo pressing, si veste da leader e trascina i suoi negli ampi spazi a disposizione. Tante, in generale, le occasioni concrete sprecate: Niang e Bacca colpiscono il palo, poi Coda, forse, mette giù irregolarmente il colombiano. Nessun fischio. Nella ripresa, invece, comincia la partita speciale di Gigio: provvidenziale su un paio di tiri dalla distanza e reattivo un colpo di testa di Memushaj, insuperabile anche nel recupero quando devia il pallonetto di Caprari dopo l’erroraccio di De Sciglio.
Il 4-3-3 di Montella, scrive La Gazzetta dello Sport, diventava una sorta di 4-1-4-1 in fase offensiva, con le mezzali allineate spesso agli esterni d’attacco e Locatelli lasciato un po’ solo: si crea tanto, ma si concede pure tanto perché la formazione appare eccessivamente lunga. Insomma, non tutto è girato alla perfezione. Se la coppia Romagnoli-Gomez convince, Sosa è discontinuo; se Suso ha fantasia, Niang alterna affondi a tocchi imprecisi. Bacca, infine, soffre e non prende bene il cambio con Luiz Adriano. Domenica prossima ci sarà il Palermo, che al Barbera non ha mai vinto: sì, il Milan può volare ancora.