Il dilemma dell’alta velocità riguarda anche il Milan ed è una delle chiavi per interpretare il primo mese e mezzo di grandi emozioni in campionato: l’avvio pieno di gol, segnati e subiti, un settembre a porta chiusa, il 4-3 col Sassuolo in stile Italia-Germania, un ragazzo scoperto e un capitano infortunato. Nel complesso, bilancio positivo: terzo posto, al pari di Roma, Lazio e Chievo, il prossimo avversario.
I rossoneri, però, a volte hanno dato l’impressione di giocare a ritmo basso, allora La Gazzetta dello Sport ha osservato i dati della Lega sui km percorsi e gli sprint, scoprendo che la squadra di Montella ha una media di 6.63 km ad alta velocità a partita: il dato peggiore della Serie A. La classifica di per sé non è così di valore: scattare di più non equivale a vincere di più; prova ne è il Napoli in pole e la Juve in zona retrocessione in questo caso specifico. Quello che colpisce è la distanza fra il Diavolo e le avversarie: Udinese e Pescara, le altre formazioni in coda, sono comunque avanti di un punto (7.61 e 7.81). E allora si apre il dibattito: si corre poco? Sì, perché anche sui metri totali viene occupato l’ultimo posto della graduatoria, dove comanda il Chievo di Maran. Ma la vera domanda rimane: queste statistiche sono un problema? Di sicuro in rosa non esistono tanti giocatori velocissimi e portati all’allungo: Niang e Kucka sì, Bonaventura e Suso no in quanto prediligono far la differenza grazie alla tecnica nel breve. I numeri vanno analizzati insieme alla tattica. L’Aeroplanino è allenatore di possesso palla, però per adesso ha preferito un atteggiamento di maggiore prudenza: non aggredisce gli avversari, scelta che non aiuta a sommare pezzi di campo.
This post was last modified on 10 Ottobre 2016 - 14:08