Milan, ora i parametri zero valgono un tesoro: la squadra di Verona è costata la metà di Higuain

Il Milan che si è preso il secondo posto è costato più o meno come un top player. O magari la metà, se il top player si chiama Higuain, pagato dalla Juve e prossimo avversario a San Siro. Gli 11 titolari in campo con il Chievo, in totale, sono costati 45 milioni. Se il primo vanto rossonero riguarda il possedere la squadra con l’età media più bassa del campionato, il secondo si basa sulla capacità/necessità di averla costruita in parte in casa e in parte grazie ad affari low-cost.

Romagnoli occupa più del 50% della spesa, a fronte di un esborso di 25 milioni alla Roma nell’estate 2015. Nello scorso mercato, un anno dopo, il Chelsea sembrava disposto a rilanciare l’offerta, ma la doppia anima della società rossonera – compresa la nuova proprietà cinese in arrivo – si oppose e si opporrà ancora fermamente alla sua cessione, nonostante la grande e potenziale plusvalenza: giù le mani dal miglior difensore della rosa, il futuro non si vende. La politica dei parametri zero di Galliani, spesso finita (giustamente) sotto accusa, spiega La Gazzetta dello Sport, stavolta ha fornito a Montella mezzo gruppo. Nello specifico, a Verona 4 giocatori su 5 provenivano dal settore giovanile: giovani, italiani, come piace e voleva Berlusconi. Proprio il presidente, su Donnarumma, spiegò che non se ne sarebbe privato nemmeno per 80 milioni. Abate ha fatto un giro più lungo, fra prestiti e comproprietà, invece De Sciglio ha trovato la strada spianata; assenti al Bentegodi per infortunio ma comunque made in Milanello anche i terzini Calabria e Antonelli (e poi Vangioni è arrivato a zero). Mercato al risparmio, però fino adesso l’allenatore lo sta sostanzialmente bocciando: i nuovi rappresentano quasi solo delle riserve, avendo deciso da tempo di puntare sulla vecchia guardia. Compreso Paletta, preso a 1 milione dal Parma. La mediana che ha prodotto il primo gol di domenica mette insieme solo 10 milioni: i 3 di Kucka, una delle tante operazioni sull’asse Milan-Genova, passato in pochissimo dall’essere considerato un esubero al diventare indispensabile, e i 7 di Bonaventura, jolly irrinunciabile per qualsiasi tecnico del recente passato (e del presente). Locatelli è oro a gratis, al Diavolo da quando aveva 11 anni.

Davanti c’è il merito dell’ex attaccante Montella. L’Aeroplanino si è opposto subito al possibile addio di Niang (2 milioni dal Caen), lavorandoci e su e facendone una colonna portante del suo gioco. Stesso riconoscimento per questo Suso, da misterioso fantasista e mancino di riferimento. Bacca avrebbe sballato i conti, ma col Chievo è partito dalla panchina lasciando il posto a Lapadula, costato 9 milioni. Il secondo colpo più caro dopo Romagnoli.

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