La voglia di primato fa venire le vertigini e rende nervosi. Prima di crollare, il Milan aveva comunque dimostrato di avere grandi difficoltà nel mantenere la leggerezza di gioco e spirito che fino adesso aveva contraddistino la squadra di Montella. Dalla possibile vetta al pesante (ed eccessivo) 0-3, un ridimensionamento. La cosa grave è che l’allenatore aveva messo in guardia sin da venerdì – prima della Juve – sui pericoli di questa trasferta, ma non c’è stato niente da fare.
L’analisi di Tuttosport è senza peli sulla lingua, diciamo pure esagerata ma tant’è. Il nervosismo di Niang, che ha iniziato a litigare dopo pochi secondi e non è mai entrato in partita, e quello di Paletta, colpevole di un intervento scriteriato costato l’espulsione quando mancava più di mezzora per recuperare lo svantaggio (eravamo sullo 0-1), racconta che i rossoneri nel loro insieme non hanno retto il peso del successo. Sono mancati alcuni degli elementi chiave: Paletta e Niang, appunto, ma anche Romagnoli che in occasione del 3-0 è stato scherzato da Pavoletti. L’aspetto psicologico è il primo elemento andato in tilt, ma ci si interroga anche sui cambi. L’Aeroplanino ha deciso di giocare con una fascia destra nuova di pacca, inserendo Poli e Honda, fra i peggiori in campo. Da loro dipende il vantaggio di Ninkovic, con il giapponese che non fa il fuorigioco. Col senno di poi, forse, il turnover avrebbe potuto riguardare ruoli diversi. Ma il fallo di Paletta ribadisce che il vero guaio non è stato tattico ma mentale.
This post was last modified on 26 Ottobre 2016 - 16:57