Leandro Meani spezza il silenzio e torna a parlare. In un’intervista rilasciata ai colleghi de Il Corriere della Sera, l’ex addetto agli arbitri del Milan si è espresso così sulla nota vicenda di Calciopoli: “Mi hanno dipinto come un delinquente. Le intercettazioni distorcono tutto perché chi deve interpretare non conosce il contesto in cui due persone che si frequentano parlano tra loro. Tra gli uomini di calcio è così: le spariamo grosse, ma sono solo boutade. Il Milan non ha mai ricavato vantaggi. Nella mia intercettazione con Mazzei, espressi un gradimento per Puglisi come guardalinee per Milan-Chievo dopo un’ingiusta sconfitta a Siena. Pur vincendo 1-0 subimmo due errori arbitrali gravi, tra cui un gol annullato a Crespo per fuorigioco che non c’era. Per tutti ero ‘quello delle intercettazioni del Milan’. Mi arrivarono minacce. Telefonavano al ristorante e mi dicevano ‘Ti ammazziamo’ o ‘Ti bruciamo il locale’. Per una settimana la questura mi ha lasciato la scorta“.
This post was last modified on 29 Ottobre 2016 - 17:15