La pausa per le Nazionali non regala belle notizie a Montella, tanto per le risposte ottenute da Chiasso quanto (sopratutto) per il grave infortunio occorso al capitano Riccardo Montolivo. Il tecnico si ritrova sostanzialmente un ruolo cruciale sguarnito o, quantomeno, non coperto a dovere. L’indisposizione del numero 18 apre un caso nel mondo del Diavolo, che si riscopre ancora più povero di pedine ricordandosi degli assenti. Ecco appunto, gli altri infortunati. Ma che fine hanno fatto Mati Fernandez e Bertolacci? In questo momento di estrema necessità, due profili simili sarebbero di vitale importanza, ma la permanenza ai box prosegue.
Il cileno si è infortunato con la propria nazionale, probabilmente nel momento del decollo definitivo della carriera. Dopo luci e ombre tra Sudamerica ed Europa, l’avventura alla Fiorentina lo porta a Milanello, diventando il primo giocatore rojo della storia del club. Forte della stima di Montella, l’ex Sporting Lisbona sceglie il rossonero nell’ultimo giorno di mercato, accettando la proposta direttamente dal ritiro della selección. Ma la sfortuna ci vede bene e decide di metterci lo zampino. Dopo 10′ minuti di partita, contro la Bolivia, il centrocampista si blocca e scoppia in lacrime, chiedendo obbligatoriamente la sostituzione. Da quel preciso momento, Mati sparisce dal radar di Montella a causa dei problemi fisici. Ora i tempi sono maturi, chissà che a breve (contro la Juventus?) non possa arrivare l’esordio con la maglia del Milan.
Se la malasorte azzoppa Mati Fernandez, il mistero avvolge la situazione riguardante Andrea Bertolacci. Mr 20 milioni, nell’anno del rilancio, sparisce fin dai blocchi di partenza. Il 21 agosto, la mezzala italiana entra in campo contro il Torino, va in contrasto con Boye e si affretta a chiedere il cambio, gelando un incredulo San Siro. Nella giornata successiva, il Milan dirama il comunicato: lesione muscolare alla coscia. Si parlava di un mese di stop, poi altre voci di un possibile ritardo di condizione, in seguito il nulla, il silenzio. Non è colpa del Milan, non è colpa dei medici, non è colpa di chi lavora a Milanello, ne tantomeno di Andrea o Mati, ma a livello generale c’è poca chiarezza per questi due casi. Ora le loro assenze iniziano davvero a pesare, nella speranza che presto arrivi la luce in fondo al tunnel, per la precisione i riflettori del Meazza. Il peggio è passato sia per il cileno come per l’italiano, Montella e l’universo rossonero li aspettano in campo.