Nel Milan che ieri ha battuto il Chievo ed è salito al secondo posto in coabitazione con la Roma, c’erano due calciatori particolarmente sotto osservazione. Uno era Gianluca Lapadula che sostituiva Carlos Bacca e doveva cercare di non farlo rimpiangere e l’altro era il giovanissimo Manuel Locatelli che era stato preferito a José Sosa da Vincenzo Montella in cabina di regia, al posto di Riccardo Montolivo. Il primo, anche se non ha segnato, ha fatto bene, ha messo in campo la giusta cattiveria e ha aiutato la squadra sia in fase difensiva che in quella offensiva. Il secondo aveva addosso tutta la pressione del Mondo, dopo lo strepitoso gol al Sassuolo e l’investitura da parte dei tifosi che lo vedevano titolare anche prima dell’infortunio del Capitano. Un’impresa non facile per un ragazzo che ha appena compiuto 18 anni.
Alla giovane età si aggiungeva anche la pressione che può sentire un ragazzo alla sua seconda partita da titolare in Serie A, la prima che contava davvero, visto che l’altra era stata contro la Roma nell’inutile ultima giornata della scorsa stagione. Eppure Locatelli ha giocato con calma, con una tranquillità da veterano. Non ha subito le pressioni e ha cercato di mettere le sue qualità al servizio della squadra, riuscendoci alla grande. Certo, nulla di trascendentale ed una prestazione che può essere giudicata appena al di sopra della sufficienza, con qualche errore in disimpegno, uno dei quali poteva rivelarsi pericoloso perché ha liberato la ripartenza del Chievo, ma il ragazzo c’è e non ha certo paura di assumersi le proprie responsabilità.
Senza strafare, quindi, corre in maniera intelligente ed utile e si sistema nel vivo del gioco, continuando ad imparare da chi gli sta accanto. Ed è proprio questo che Locatelli dovrà continuare a fare senza troppe pressioni addosso. Montella sa che non può avere un giocatore già pronto e che a gennaio servirà un rinforzo in quella zona del campo, ma questo Locatelli fa davvero comodo, soprattutto in questo momento. Molto di più di un Sosa che ha dimostrato di non essere all’altezza per giocare in quel ruolo e che, dopo qualche prova discreta all’inizio, non si è più ripetuto nemmeno quando è stato chiamato in causa. Avanti con il classe ’98 quindi, sperando che la prima prova del nove superata sia di buon auspicio per il futuro.