Pazzo Diavolo. Milan-Sassuolo, ormai divenuta negli ultimi anni di campionato una “classica” di Serie A, si conferma gara emozionante, suggestiva e mai banale. Ma questa volta, a spuntarla, è stata la banda rossonera: il pirotecnico 4-3 firmato da Montolivo e compagni non riscatta i ceffoni presi in passato dalla sorprendente creatura di Di Francesco, ma permette al Milan di andare alla sosta con una classifica eccezionale e un sorriso a trentadue denti. Prima avanti con Bonaventura, poi raggiunto, superato e staccato dalle reti dei bravissimi Politano, Acerbi e Pellegrini ma capace di vincere con una strepitosa rimonta: Bacca accorcia di rigore, Locatelli pareggia con un eurogol di rara bellezza e Paletta firma con una zuccata imperiale la rete del definitivo 4-3 e del trionfo milanista. Il match ha fatto battere i cuori dei 32 mila tifosi presenti a San Siro, ma non nasconde le “ombre” della squadra e soprattutto le polemiche: la direzione di gara è stata ampiamente insufficiente.
Milan-Sassuolo, nonostante la signorilità e la sportività di mister Di Francesco (nel post partita ha dribblato la questione arbitrale e fatto sinceri complimenti all’avversario per la vittoria, ndr), porta con sé trascichi pesantissimi per l’arbitraggio di Guida. Analizzando i casi da moviola, c’è una realtà evidente: la direzione di gara ha favorito il Diavolo e penalizzato gli ospiti. Da un rigore non concesso a Politano alla rete annullata ad Adjapong – una “schiacciata” in porta col bracco, ma a rigor di regolamento considerabile anche buona – sino al penalty estremamente generoso fischiato a Niang: gli episodi hanno evidentemente favorito il Milan, aiutandolo a risalire la china dopo il sorprendente avvio di ripresa degli emiliani. Il dubbio rigore del 2-3 di Bacca è stata la carica emotiva decisiva per iniziare una straordinaria rimonta: negarlo, o nasconderlo, sarebbe figlio di miopia o di disonestà intellettuale. E sporca, seppur solo in parte, la bella (ma anche fortunata) vittoria degli uomini di Montella.
Il vespaio di polemiche arbitrali su Milan-Sassuolo, dunque, è sostanzialmente giustificabile. E non può che far male a tutto il mondo rossonero, perché rischia di oscurare le facce positive e negative di questa domenica. Non solo l’incredibile ed emozionale vittoria, passata comunque dall’episodio chiave del penalty di Bacca, quanto altri due punti: l’influenza di Montella sul match e i limiti difensivi della squadra. L’Aeroplanino ha probabilmente sbagliato la formazione iniziale, con la scelta di un 4-3-1-2 inefficace e di un Luiz Adriano da 5, ma ha poi firmato in prima persona coi cambi la remuntada: Niang è entrato e ha spaccato la partita (vederlo entrare con questa “cazzimma”, come successo anche con Bacca, è merito della gestione del tecnico), mentre il baby Locatelli ha preso in mano la mediana e realizzato un gol (il primo in A) da cineteca. Nota dolente, invece, la difesa: priva di Romagnoli è tornata a ballare ed è stata deficitaria e inadeguata nel giro palla – fotografia di questo problema è l’errore di Abate sul pareggio neroverde – e nell’iniziare l’azione dal basso. Ma per ora, per questo inizio di stagione, va bene così. “Meglio i generali fortunati di quelli bravi“, pensava Napoleone Bonaparte. E Montella, sino ad ora, ha dimostrato di avere entrambe le doti.
This post was last modified on 3 Ottobre 2016 - 19:01