Aggrovigliarsi su pensieri negativi non serve, e lo sanno tutti. Eppure, al Milan lo hanno, e l’abbiamo, fatto in maniera consistente negli ultimi anni. Un nodo troppo aggrovigliato che non riusciva ad arrivare al pettine se non spezzandosi. Ci era andato vicino Mihajlovic, ma nemmeno sua rigidità serba è riuscito a cambiare l’umore di uno spogliatoio cupo e in involuzione.
Serviva un Montella qualsiasi a risollevare lo spirito. Non più cuore ed emozioni come trasmetteva Inzaghi, non più disciplina ferrea come con Mihajlovic, non più solo metodo come con Brocchi. Il pacato Montella cura ogni particolare senza esasperare un aspetto in particolare: dovizia tattica, difesa solida e voglia di mangiarsi palla e avversario. Prende quello di buono fatto dai predecessori, ci mette molto del suo e sbroglia il nodo. Stessa squadra, diverso il risultato. Perché se le differenze di rosa sono davvero minime a livello dei titolari, è la mentalità con cui questi affrontano la partita a lanciare la svolta: sereni e concentrati ma con una fame che non si vedeva da ormai troppo tempo.
This post was last modified on 23 Ottobre 2016 - 23:09