Montella non fa drammi, l’incidente di percorso di Genova, pur pesante, è stato considerato ‘educativo’ dal tecnico rossonero, quasi necessario in un percorso di crescita di una squadra giovane. In molti lo hanno accusato di scelte di formazione sbagliata, sopratutto di un turn over forzato in una gara da sempre insidiosa.
In effetti la fascia destra è stata stravolta e Honda e Poli sono stati i peggiori in campo. L’ex Samp ha sbagliato al diagonale in occasione del primo gol, ha sbagliato la rete del possibile pari e ha ballato come una trottola sulle discese di Laxalt. Il giapponese è un corpo estraneo al progetto rossonero: lento, fuori dal gioco e senza cattiveria. Non ha mai inciso davanti, non ha aiutato i compagni dietro. La storia e il prestigio del numero che indossa sulle spalle merita giocate e prestazioni di ben altro livello. Scelte sbagliate, la coperta del Diavolo è corta, i ricambi non sono all’altezza dei titolari e la sconfitta di Marassi ha fatto capire perché giocano quasi sempre gli stessi.
Ma Montella è stato tradito anche da chi fino a questo momento aveva giocato a livelli altissimi, da chi il posto da titolare l’aveva guadagnato con merito. L’entrata di Paletta, in una zona di campo innocua e in un momento cruciale della gara, non ha giustificazione. E’ forse questo il più grande limite del centrale italo-argentino che ha già beccato due rossi in stagione, unico al momento in Serie A. Domenica c’è già l’occasione di riscattarsi contro il Pescara dell’ex Oddo. Dopo la scintillante vittoria con la Juve non bisogna buttare tutto all’aria. In questo momento gli affidabili sono 11, massimo 12. Avanti con questi, in attesa di gennaio…