Al termine di Genoa-Milan, queste le parole del tecnico del Milan, Vincenzo Montella:
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“Galliani viene sempre negli spogliatoi, lo ha fatto anche oggi ed abbiamo analizzato un po’ la partita coi ragazzi. Oggi è stata una partita difficile, loro non ti fanno giocare, ma nel primo tempo non hanno mai tirato in porta. Il risultato era bugiardo, poi nel secondo tempo la squadra mi è piaciuta moltissimo, siamo andati vicini al gol anche in dieci e poi l’espulsione ha cambiato un pò le cose, anche se avevamo la partita in mano anche in dieci, creando situazioni nitide con Bacca e Poli. Dopo il 2-0 la partita è finita. Le scelte sono sempre ponderate, l’esito non si può prevedere. Suso è entrato bene, poteva fare anche qualcosa di più contro Laxalt e Munoz che non ce la facevano più. La squadra ha fatto una partita di carattere e temperamento, abbiamo giocato meglio di tante volte dove abbiamo vinto. Si sa come gioca il Genoa, ci ha tolto profondità e si difendeva al limite dell’area, in una partita così se non sei bravo e fortunato a sbloccarla, ti obbligano a giocarla così. Oggi sono mancate la velocità nel giro palla e la profondità in attacco, ma se la partita fosse stata ancora in bilico in superiorità numerica, negli ultimi 20-25 minuti l’avremmo risolta in altro modo. Le aspettative le avete create voi, questo è un incidente di percorso che ci può far crescere, forse brucia solo un pò nelle dimensioni, ma il processo di crescita che abbiamo iniziato prosegue con serenità. I ragazzi devono essere contenti per quello che hanno messo in campo. Il vero Milan è quello visto nelle prime dieci partite, siamo all’inizio e internamente grosse pretese non le abbiamo mai create”.
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“Purtroppo, ho avuto ragione nel predire la difficoltà di Genoa. Loro ti obbligano a giocare sull’agonismo, disputare questa partita magari più distaccata dalla Juventus sarebbe stata meglio. I ragazzi, soprattutto nel secondo tempo, anche se in dieci mi è piaciuta, non meritavamo la sconfitta. C’eravamo solo noi in campo, poi il 2-0 ci ha spezzato le gambe. Passi falsi con i giovani? Non è un discorso di età. A me da fastidio perdere, figuratevi quando perdiamo con ampio distacco pur giocando bene. Dispiace per questo perchè sotto di un uomo e sull’1-0 abbiamo avuto le chance. Meritavamo il pareggio, poi abbiamo pagato lo sforzo prendendo le reti loro. Honda? Ci possono stare gli errori individuali. Sui primi tempi complicati, oggi posso dirvi che non abbiamo creato molto esattamente come loro. Non avevamo la ferocia giusta e su questo dobbiamo migliorare. Se tutti mettiamo qualcosa in più si può arrivare all’obiettivo. Espulsione di Paletta? Dal campo sembrava rosso diretto, riguardando l’immagine sembra meno violento ma rimane comunque da espulsone. Fortunatamente per Rigoni non l’ha preso in maniera violenta. Resta un tackle davvero brutto da vedere. Bacca? Con me ha sempre giocato, tranne quando rientra dal sudamerica. Non è un centravanti da manovra e oggi il Genoa ci ha chiuso ogni pallone, non potendo sfruttare le sue caratteristiche. Avevo provato Niang al suo fianco nel primo tempo, ma entrambi avevano speso tanto contro la Juventus“.
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“Primo tempo giocato incanalandoci sui binari che voleva il Genoa: non voleva farci giocare e ci marcavano senza sosta, ci muovevamo poco. Però il Genoa non ha quasi mai tirato in porta. Il primo gol nasce da una rimessa laterale. Dà fastidio perdere così. Nella ripresa abbiamo messo più velocità e più vigore, soprattutto quando siamo rimasti in 10: lì ci abbiamo messo qualcosa in più, perché non volevamo perdere. Ho visto comunque carattere e forza mentale, anche in 11 ma soprattutto in 10. In questo senso il giudizio è insufficiente. Se ha inciso la Juve? Lo sapevamo, ma la stanchezza c’era anche per loro. Dispiace, oggi era una storia a sé e non meritavamo questo passivo. L’espulsione ha peggiorato le cose. Poli e Honda? Devo rivedere i gol, ma il primo gol loro nasce sulla nostra sinistra. Pescara? Parlo sempre con la squadra, è stato un incidente di percorso e non ci deve turbare: la sconfitta non deve assolutamente toccare la base, che c’è, e le nostre certezze. A volte qualche sberla fa bene…”.