Il risultato finale è pesante, il Milan si è sciolto dopo la sorprendente vittoria contro la Juventus, il passivo di 3-0 porta un po’ tutti con i piedi per terra e mette in risalto i vari problemi di una rosa corta, con poca qualità e del tantissimo lavoro che ancora c’è da fare. Tutto vero, tutto sacrosanto, ma non bisogna dimenticare quello che è stato fatto fin ora, il fatto che il Milan abbia 19 punti in classifica dopo dieci giornate, che si trovi a solo un punto dal terzo posto e a soli cinque addirittura dalla capolista. No, non siamo diventati matti e non ci stiamo neanche svegliando ora da un sogno troppo bello per essere vero. La realtà dei fatti ci dice questo e ci dice, inoltre, che la squadra è ampiamente in linea con la sua tabella di marcia iniziale. L’obiettivo è quello di tornare in Europa, nessuno ha chiesto la Champions e, al momento, il quarto posto porterebbe in Europa League dal portone principale.
La sconfitta con il Genoa, lo ripetiamo, ha portato alla luce la difficoltà della squadra contro avversari che si chiudono e che sfruttano il contropiede, la mancanza di alternative agli undici titolari (gli unici affidabili sono infortunati), la mancanza di qualità in alcuni ruoli dello scacchiere tattico di Montella. Dopo cinque vittorie ed un pareggio, però, perdere in un campo come quello di Genova, contro l’ottimo Grifone e, soprattutto, dopo essere rimasti in dieci proprio nel momento in cui la squadra stava producendo il massimo sforzo per pareggiare, era da mettere in preventivo. Una squadra giovane (non dimentichiamoci mai che il Milan resta la squadra con l’età media più bassa del Campionato), che non ha riserve all’altezza dei titolari e che praticamente non ha fatto mercato, ha bisogno anche di queste lezioni, di queste cadute rovinose, per rialzarsi e crescere.
L’unico problema potrebbe essere quello di non rialzarsi subito, di cadere nella stessa crisi in cui è caduta l’Inter dopo la vittoria contro i bianconeri. Il Milan ora affronta Pescara e Palermo prima della sosta e, arrivare alla sosta con sei punti in più in classifica, sarebbe un grandissimo risultato. Il Diavolo andrebbe a 25 punti in classifica dopo dodici giornate, con una media superiore ai due punti a partita, e, a meno che il Napoli non faccia bottino pieno contro Juventus (a Torino) e Lazio, andrebbe alla pausa al terzo posto. Mica male no? In questa invidiabile posizione si troverebbe alla vigilia di un derby che già si preannuncia infuocato, ma che si affronterebbe con uno stato d’animo molto più sereno con una situazione così invidiabile di classifica.
Il tutto con un calendario che fin qui ha messo il Milan di fronte a quasi tutte le big, mancherebbero solo Inter (appunto) e Roma, e le outsiders o possibili sorprese del campionato. Una proiezione davvero niente male che però ha bisogno di essere realizzata nella realtà. L’unica cosa da fare è tornare con umiltà a giocare con il coltello tra i denti e senza troppe pressioni addosso. Battere Pescara e Palermo sarebbe troppo importante, quindi, prima di tutto bisogna non cadere nel tranello di chi, dopo la vittoria contro la Juventus, parlava del Milan come, appunto, l’AntiJuve. Niente affatto il Milan non è nemmeno da terzo posto, figuriamoci se può essere da secondo, e non deve fare drammi per la sconfitta pesante subita a Genova. Montella fin qui ha gestito il gruppo alla perfezione e saprà spargere acqua sul fuoco nel miglior modo possibile.