Riflessione mistica sui “giornalai” dubbiosi

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano Mi-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Yahoo Sport Italia. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Tv. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 62 del DTT).

Partiamo da un fatto incontrovertibile: senza fonti, in questo mestiere, è impossibile fare tanta strada. E chi non l’aveva capito probabilmente lo ha scoperto nei lunghi mesi che stanno portando il Milan al cambio epocale di proprietà. In questi mesi abbiamo tutti scoperto, noi in primis, che ci sono i “belli” e i “brutti”, chi dice la verità e chi tira semplicemente la propria “carretta” perché “advisor” di qualcuno che non vuole metterci la faccia. Lo dissi già in tempi non sospetti: la categoria dei giornalisti, di cui faccio parte a torto o ragione, uscirà sfatta, umiliata da cotanta rincorsa di notizie che alla fine, ad inizio ottobre, hanno portato più o meno tutti a dire tutto. È infatti tutti hanno avuto certezze, tutti hanno avuto dubbi, tanti hanno cavalcato l’onda di compiacenza nei confronti dei tifosi, altri ancora hanno preferito proseguire sui propri passi in barba all’apprezzamento o meno della claque.

PRADELLI BANNER 2014Brutto affare. Già, brutto affare visto che in questi mesi ho personalmente ricevuto più insulti che altro per non aver sposato sempre ed incondizionatamente la linea di quello che tanti tifosi volevano sentirsi dire, per essermi fatto domande su un’operazione che ancora oggi appare clamorosamente complessa, forse ancora lontana dalla sua definizione totale, a tratti irrisolvibile. Eppure a tanti pare sempre tutto così chiaro… Pare chiara la garanzia di un fondo d’investimento che, come spiegato anche dal collega di Repubblica Luca Pagni martedì scorso – nel corso del nostro appuntamento su TopCalcio24 – potrebbe ospitare (se ho capito bene) capitali fluidi. Ovvero, al netto di tutte le penali di diritto, non è detto che l’investitore di turno non decida dopo un po’ di sfilarsi dal fondo. Ad altri pare chiaro il coinvolgimento del Governo di Pechino, anzi no, della provincia cinese Vattelapesca. Anzi no, la recente legge del profondo Est obbliga a non rendere note queste informazioni prima del closing. E poi, in fin dei conti, “chissenefrega” di chi mette i soldi. Scusate.

Siamo diventati tutti forbiti, insomma. Certo, se poi la tua versione si modella sulle richieste del pubblico sei ancora più bravo. Niente dubbi, niente supposizioni, niente ironia: il passaggio dall’azionista Silvio Berlusconi al procacciatore di capitali Li Yonghong è una cosa seria che va trattata con estrema cautela, senza sbagliare un tweet, senza gettare fango, senza omettere una virgola. Bisogna informarsi, ci ricordano in tanti, bisogna scrivere tutto, ci ricordano. E possibilmente, in trasmissione, bisogna chiamare chi ne sa, ci consigliano. E non forzo la mano se dico che ci inducono a farlo. E se non lo chiami? Asserviti, giornalai, Norimberga. Già, anche Norimberga è stata tirata fuori da qualcuno. Probabilmente alcuni di loro nemmeno sanno che significa. Poesia di un’era in cui tutti (per fortuna, ci mancherebbe) possono dire la loro. Ma in pochi, veramente in pochi, riescono a dirla con senno. E la giostra riparte, in attesa che si consumino gli ultimi giorni di chi ha avuto dubbi che non doveva avere. Restiamo in attesa di “pagarla”. Manca poco, ormai. Tanto ognuno… ha le sue fonti.

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