È tempo di Honda. Dopo sette giornate di campionato ormai trascorse infatti il giapponese non è ancora riuscito a trovare spazio ed è forse arrivato il momento di testarlo in questo nuovo Milan targato Montella. È vero, se Suso continua a giocare così è davvero difficile preferirgli qualcuno in rosa, ma il turn over può diventare una scelta obbligata e necessaria anche per una squadra che, fa sempre male a dirlo, non partecipa ad alcuna competizione infrasettimanale. Suso è forte, e lo sta dimostrando. In poche partite si è reso protagonista, oltre che con gol e assist decisivi, con prestazioni sempre abbondantemente sopra la sufficienza e con una costante presenza all’interno della manovra rossonera.
Ma per quanto giovanissimo anche lo spagnolo è umano e la stanchezza può farsi sentire, come è capitato di fatti nelle ultime due gare, nelle quali è apparso leggermente affaticato e appannato nelle idee. Questo potrebbe essere un problema se, in un tridente come quello progettato dall’Areoplanino, non esistesse un sostituto; ma questo c’è ed è anche pronto all’uso. Il consiglio dunque che possiamo dare a Montella è quello di provare finalmente Keisuke Honda (fino ad ora soli 18′ giocati) e far riposare l’ex Liverpool. Certo, la sosta per le qualificazioni ai Mondiali non aiuta affatto il giapponese, in quanto può permettere a Suso di recuperare ossigeno e benzina sufficienti per ipotecare il posto da titolare già da subito, ma l’alternativa orientale resta sempre un’opzione valida ed intelligente per il proseguo della stagione.
Nonostante l’assenza di impegni europei, troppi minuti nelle gambe possono compromettere l’intero rendimento stagionale di un giocatore (vedere le ultime giornate dello scorso campionato di Bonaventura per credere). Ma non solo: anche rilegarne costantemente un altro in panchina può rivelarsi controproducente alla causa. Per questo motivo Montella, testando Honda dal primo minuto in una delle prossime gare potrebbe cogliere i cosiddetti due piccioni con una fava: preservare Suso e rilanciare Honda, se non si fosse ancora capito. Recuperare il giapponese è stata una scelta quasi decisiva (diciamo quasi perché effettovamente poi la stagione del Milan si è conclusa in un nulla di fatto) per Mihajlovic, che con il cambio modulo e lo scavallamento nelle gerarchie del numero 10 rossonero ai danni di Alessio Cerci riuscì a garantire equilibrio alla squadra, ma soprattutto punti e la zona Europa, poi persa inesorabilmente con Cristian Brocchi in panchina.
This post was last modified on 8 Ottobre 2016 - 09:32