Bisogna riconoscerlo: la resistenza di Montolivo alle critiche è stata notevole, anche le più dolorose quando arrivavano da San Siro. È un periodo in cui la sua carriera è accompagnata dai fischi, tanti, spesso ancora prima che giochi (al semplice annuncio delle formazioni). Ma non ha mai polemizzato apertamente, nemmeno dopo la vittoria con la Lazio dove ha comunque tirato fuori il carattere: “A qualcuno non piacerò mai. Io me ne faccio una ragione, se la facciano anche loro“.
A 31 anni sa perfettamente come funziona il mondo del calcio e si rende conto che essere il capitano del Milan peggiore dell’era Berlusconi è chiaramente un’aggravante attira-antipatie. Però sa anche che la gente va riconquistata con i risultati, le prestazioni e la continuità: in questo senso, gli ultimi 180′ gli hanno abbastanza cambiato le prospettive. C’è stato un preciso momento, nella settimana verso la gara con la Samp, dove presente e avvenire di Riccardo sembravano in sospeso. Nel Milan senza intoccabili rischiava seriamente di essere uno dei primi nomi pesanti a rimetterci: Montella pensava all’ipotesi Sosa in regia e c’era pure l’opzione Locatelli, poi le cose sono andate diversamente. L’ex Besiktas a Marassi non ha convinto e soprattutto Monto, nelle due giornate successive, ha accelerato e non poco nel rendimento: convincente con Lazio e Fiorentina, nonostante il giovane Manuel a volte lo costringa a spostarsi verso la mezzala.
This post was last modified on 28 Settembre 2016 - 13:56