Montella unica nota lieta. Per la squadra, annuire non basta più

Siamo alle solite: chi è la causa dei problemi del Milan? La società vive un’indeterminatezza vittima del passaggio di consegne tra Berlusconi e il gruppo cinese. L’allenatore viene cambiato ogni mezza stagione, e ogni persona che ha ricoperto il ruolo è sembrata inadatta a dare la botta decisiva. La squadra è mediocre. Il tifoso attribuisce colpe e responsabilità un po’ secondo la sua coscienza.

Se la dirigenza non attua un piano di mercato all’altezza e la squadra in pectore non reagisce a nessuna sconfitta, forse i problemi risiedono proprio qui. E non tanto in tutti gli allenatori, preparati o meno, che sono passati in questi ultimi deludenti anni. La discussione intercorsa tra Vincenzo Montella e la squadra ci ridà un esempio chiaro. Il mister che richiama a dare di più, la squadra annuisce e ultima battuta dell’allenatore che suona più o meno: “Mi sono rotto che mi date sempre ragione”. Una frase edulcorata, ma che rende il concetto. Il richiamo al senso di responsabilità non basta più. Ognuno ha la sua e deve impegnarsi a migliorare la sua parte. E se qualcosa di buono si è visto in queste prime tre giornate di campionato non è un nuovo acquisto, non è un’individualità di squadra che trascina, né tanto meno un gruppo coeso nelle difficoltà e rivolto al conseguimento del risultato.

montella-4-milan-udinese-spaziomilanUnica nota positiva che possiamo analizzare è uno schieramento tattico capace di attaccare correttamente i punti deboli degli avversari e che sappia arginare preventivamente i punti di forza. Questo è il frutto di un lavoro certosino dell’allenatore e del suo staff. Poi nel calcio ci sono gli episodi. Perché se Milan-Udinese fosse finita 0-0 staremmo parlando di un Milan spento che non ha saputo concretizzare la supremazia territoriale. Invece un gol sovverte tutto. E a Montella non rimangono che le critiche di aver fatto i cambi in ritardo.

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