È stata l’estate degli incroci, fra Montella e Giampaolo. Lo hanno fatto a Milano, convocati – prima Marco e poi Vincenzo – da Galliani e Gancikoff, l’advisor della cordata cinese che nel momento decisivo si è squagliato al sole ma che a giugno era per metà padrone del Milan. E lo hanno anche fatto a Genova, perché quando i rossoneri sceglievano l’Aeroplanino i blucerchiati sopperivano all’assenza scegliendo l’ex Empoli. Venerdì, nell’anticipo della quarta giornata di campionato, le società avranno già l’occasione di capire chi ha fatto l’affare.
Giampaolo nel suo piccolo si sta già prendendo una rivincita nei confronti di chi lo ha sedotto e abbandonato, non solo per i maggiori punti in classifica (6 a 3) ma anche per l’approccio alla nuova Serie A: la Samp è apparsa subito tonica e divertente, capace di non farsi condizionare dalla grana Cassano e, per esempio, arrendendosi alla Roma all’Olimpico solo dopo il diluvio e un rigore generoso allo scadere. Il Diavolo, invece, è apparso in affanno e privo di personalità: dal Torino al Napoli, da una vittoria sofferta (il miracolo di Donnarumma sul penalty di Belotti ha evitato un pareggio clamoroso) a un pesante passivo di 4 gol presi al San Paolo, fino al ko più doloroso, quello in casa con l’Udinese. Iella a parte, Montolivo e compagni non hanno fatto quasi nulla per vincere. Troppi gli allenatori bruciati nel recente passato, vittime degli errori del club, più o meno in gamba ma sempre lasciati alla mercé di politiche presuntuose, acquisti azzardati, eccessiva improvvisazione e totale mancanza di un progetto. Lo sottolinea Tuttosport.
This post was last modified on 14 Settembre 2016 - 15:48