Bacca vs Lapadula, il “duello” che più ha infiammato l’attualità rossonera nelle ultime due settimane. Sulla carta – e sul palmarès – non ci sarebbero dubbi: il Peluca è il titolare e la stella indiscussa di questo Milan, unico campione di una rosa con tanti talenti ma pochi calciatori fatti e finiti. Eppure Montella, in una trasferta delicata e cruciale come quella della Marassi blucerchiata, ha fatto una scelta coraggiosa: fuori il colombiano, titolare Sir William Lapadula. Una tattica per caricare Bacca (“colpevole” di essersi lamentato per la mancanza di rifornimenti dalla squadra), ma soprattutto un modo per inviare un messaggio a tutta la squadra: gioca chi merita, e tutti hanno la possibilità di mettere in crisi il tecnico col lavoro quotidiano. Anche chi è nell’ombra, relegato in fondo alle gerarchie, può sperare in un’occasione.
Un discorso buono per tutti, ma soprattutto per lo sfortunato Luiz Adriano. La mala sorte, sinora, è stata fedele compagna nella sua avventura rossonera. Perché se i motivi dei problemi nella scorsa stagione sono stati i più vari e disparati – un rendimento non eccellente, ma soprattutto moduli poco congeniali, infortuni e scelte di mercato – quest’anno la situazione è peggiorata: la concorrenza è più alta e affamata, e gli spazi sempre minori. Ma Montella, sempre lui, sul brasiliano è stato chiaro: “Sta giocando poco e mi dispiace“, le parole del tecnico su di lui, “mi rammarica che sia poco coinvolto“. Non le solite frasi di circostanza, ma un “soccorso” spontaneo verso un giocatore e un ragazzo arrivato con grandi aspettative ma finito ai margini del progetto rossonero. E che oggi, se non fosse per le dichiarazioni pubbliche dell’allenatore, sarebbe considerato una delle ultime scelte della rosa.
Ma, almeno per ora, non è ancora tempo di Luiz Adriano. Perché se è vero che l’Aeroplanino non fa sconti a nessuno, è anche vero che Bacca e Lapadula, in questo momento, sono nettamente avanti nelle gerarchie. E che, con il 4-3-3, c’è spazio solo per un “9”. Come interpretare dunque le parole del mister? Per cercare di coinvolgere tutto il gruppo: condicio sine qua non per ottenere risultati a medio-lungo termine. Ma forse, più del resto, pesa il passato del mister da grande centravanti. Essere la terza scelta per un solo posto da titolare, per un giocatore dal curriculum e dalle qualità di Adriano, non è affatto facile: Vincenzo, che negli anni romanisti ha assaggiato spesso la panchina, lo sa perfettamente. E ha voluto tenere “vivo” e sulla corda il suo attaccante per quando servirà alla causa. Caricare i centravanti, vedendo il rendimento di Bacca, è una della specialità di casa Montella: chissà che non gli riesca ancora.