“Doomed from the start” cantavano i Kasabian nella loro “Goodbye Kiss“. Sicuramente la celebre band britannica non stava pensando al Milan quando compose quel famoso verso, ma nulla rende meglio l’idea per descrivere l’attuale momento tra i rossoneri e Mario Pasalic. Un amore che fatica a sbocciare, una relazione che stenta a decollare, frenata da svariati motivi, un rapporto dannato fin dall’inizio, doomed from the start appunto…
Quelli che lo conoscono bene sono pronti a mettere la mano sul fuoco, il ragazzo al Milan avrà spazio e si farà. La verità però stride in confronto a queste fiduciose dichiarazioni, raccontando uno scenario diverso, quantomeno in questo preciso momento storico e stagionale. Giunto a Milano con una formula poco gradevole agli occhi di tifosi e addetti ai lavori, la cartella clinica passata non ha certamente facilitato la sua prorompente scalata verso la titolarità, anzi. Messo a referto che i problemi fisici siano acqua passata, Mario lascia quella sensazione di incompiutezza, di potenziale capolavoro ma poco curato nei dettagli, di enormi possibilità non accompagnate da altrettante capacità di mettersi in mostra. Osservare una donna meravigliosa ma notarne continuativamente un piccolo difetto, è questo il paragone attuabile studiando la stellina balcanica negli allenamenti quotidiani.
Detto dell’innegabile talento, bisogna notare come il classe ’95 stia vivendo oggettive difficoltà nell’inserimento e nell’integrazione delle rotazioni montelliane. Altrimenti non si spiegherebbe come, in un momento di assoluta emergenza in mediana, il profilo dell’ex Hajduk Spalato non abbia ricevuto in dono neanche un minuto di gioco. Con Kucka fuori per squalifica, Mati e Bertolacci out per infortunio, al nativo di Mainz è stato preferito uno spaesato Andrea Poli, con risultati visti conto l’Udinese. Se con mezzo reparto indisponibile non ha goduto di attenzioni, si fatica ad immaginare un futuro diverso con l’intera batteria al rapporto. In linea teorica, la trasferta odierna contro la Sampdoria potrebbe regalare minutaggio, ma risulta difficile rinunciare a nomi come Bonaventura, Montolivo o il neo arrivato José Sosa. La speranza di vedere Pasalic, saldamente al controllo della regia di San Siro, è ancora viva, ma inizia a schiantarsi contro scogli alti, difficili da superare.
This post was last modified on 16 Settembre 2016 - 20:49