Sarà il compleanno più sordina. Ma anche quello della ritrovata privacy. E pure il più sofferente. Per la salute, per la politica e per il calcio. Silvio Berlusconi spegnerà domani l’ottantesima candelina e si appresta a celebrare il traguardo con una festa lontana dai riflettori, tra le mura di Villa San Martino, circondato da familiari e amici più stretti. Ergo: via la politica. E tra i “milanisti” ad Arcore ci sarà solo Adriano Galliani.
L’ex Cavaliere ha voglia di rimettersi in gioco, anche nella battaglia per il referendum costituzionale del 4 dicembre. Ma ha chiara la visione di un graduale quanto inesorabile ritiro. Ci sta provando col Milan nello stesso anno in cui ha celebrato i trent’anni di presidenza. Ora cerca di chiudere l’accordo con la cordata cinese per disfarsi di quell’asset ormai in perdita della galassia Fininvest. Gliel’hanno chiesto in molti, così come sono parecchi quelli che non crederanno all’operazione finchè non sarà tutto nero su bianco e controfirmato.
Eppure un effetto positivo esiste anche sul Milan di oggi. Vincenzo Montella è uno dei primi allenatori degli ultimi dieci anni ad avere la fortuna di lavorare con maggiore serenità, senza troppi diktat, visite a sorprese o telefonate all’alba sulla formazione da schierare. E’ davvero una condizione invidiabile se pensiamo che lo stesso gioco veniva sviluppato l’anno scorso da Sinisa Mihajlovic, beccato a più riprese proprio da Berlusconi che l’ha poi defenestrato.
La prossima puntata? Magari la più sorprendente di tutti. In stile Cav.
This post was last modified on 28 Settembre 2016 - 11:51