Bonaventura è l’eccezione alla filosofia dell’adattare il sistema di gioco ai giocatori, cara anche a Montella. Non parliamo di un top player, ma di uno con intelligenza tattica assolutamente sopra la media sì, il quale permette perfino piani B, C e D agli allenatori. In settimana l’Aeroplanino ha ragionato sulla possibilità – causa assenze di Bertolacci, Kucka, Niang e Mati Fernandez – di (ri)passare al 4-4-2, il modulo migliore del Milan dell’anno scorso. Ma dopo circa 24 ore, a Milanello, si è tornati a battere il 4-3-3.
È bastato prevedere l’avanzamento proprio di Jack, da mezzala a esterno d’attacco. Non certo una sorpresa, quel ruolo. Trattasi dell’ennesimo spostamento della carriera, specie in rossonero: roba da confondere lo stesso ex Atalanta. Nei 2 anni e spiccioli al Diavolo ha cambiato nove posizioni in nome di cinque schieramenti di gioco diversi. Definirlo universale è riduttivo, analizza La Gazzetta dello Sport. E non si adatta solo per cercare il posto fisso, perché potenzialmente ha le qualità – considerata la rosa – per rimanere in campo sempre e ovunque. Nelle 68 presenze collezionate fin qui è stato esterno alto, mezzala, trequartista, ala. Spesso non è riuscito a difendere la stessa zolla per più di due gare. Domani con l’Udinese agirà largo a destra, in generale Montella può esaltarlo: ama il calcio ragionato o offensivo, un valore aggiunto per chi ha sempre ammirato i numeri 10 e aveva Zidane (ora indossa il 5 come lui) in cima alla classifica degli idoli.
(Foto in evidenza: AcMilan.com)
This post was last modified on 10 Settembre 2016 - 15:21