C’erano due vecchi tormentoni che mi vengono in mente: il primo è quello che Scrappy-Doo, nipote del cane dei cartoni animati Scooby-Doo, usava urlare come suo motto personale all’interno delle serie animate in cui era protagonista, ovvero “Potere ai piccoli!”; e un secondo, legato al mondo Milan che voleva il presidente Silvio Berlusconi dire “Il Milan del futuro sarà giovane e italiano“. Bene, dopo tante promesse legate al campo non mantenute, forse queste frasi rispecchiano davvero l’attuale stato del mondo rossonero.
Prendiamo come esempio la gara di venerdì sera contro la Sampdoria. Sono stati quattro gli under 21 di nazionalità italiana impiegati da Montella: Donnarumma, Romagnoli, Calabria e Locatelli. Se poi estendiamo ad un olimpico under 23 comprendendo anche gli stranieri vediamo che il numero sale a 7: Niang, Suso e Gustavo Gomez. Aver impiegato sette U-23 su quattordici giocatori, media del 50%, fa del Milan una delle squadre più giovani. Senza contare che anche la Sampdoria ha schierato nel corso della gara 7 U-23, facendo diventare la partita del Ferraris una vera vetrina per giovani calciatori.
Tornando al Milan, è importante vedere come anche ruoli di responsabilità siano affidati a questi giovani: Gigio Donnarumma è ormai titolare inamovibile pur essendo ancora minorenne, Alessio Romagnoli guida la difesa con il carisma di un leader dall’esperienza ventennale e Manuel Locatelli, entrato nella ripresa, è stato schierato da regista facendo spostare Montolivo nel ruolo di mezzala. Il potere ai giovani al Milan è una realtà: sicuramente non pagherà subito, ma in previsione futura potrebbero essere state poste delle basi interessanti.