Settembre è arrivato, il mercato è chiuso e, almeno fino a gennaio, il Milan sarà questo senza ulteriori cambiamenti. Alla fine Vincenzo Montella ha ricevuto “in regalo” il cileno Mati Fernandez, calciatore da lui già allenato alla Fiorentina e che lui stesso ha chiamato personalmente al telefono per cercare di convincere a rifutare l’offerta del Cagliari e ad accettare quella rossonera. L’unica richiesta in cui è stato accontentato, però, è senza dubbio un’opzione B, se non addirittura C o D. Il Milan, a conti fatti, ha chiuso la sessione estiva del mercato con l’arrivo di Gustavo Gomez, Vangioni, Sosa, Pasalic, Lapadula e, appunto, Mati Fernandez. Troppo poco per una squadra arrivata settima, troppo poco per rinforzare una compagine che aveva bisogno di ben altro.
L’ex tecnico di Fiorentina e Sampdoria lo sa bene e, nel giorno della sua presentazione a Milanello, aveva parlato di rinforzi necessari per poter ripartire e fare un campionato importante. Questi rinforzi non sono arrivati e il tecnico rossonero dovrà cercare di trarre il meglio dalla rosa limitata che ha a disposizione, partendo da un progetto e da un’idea di gioco ben definita. Qualche buon elemento in rosa c’è, ma la sensazione che bastava davvero poco altro per renderla davvero competitiva, resta troppo forte e presente. Manca un vero regista davanti alla difesa, quello che Montolivo non riesce più ad essere con continuità ed efficacia e quello che i vari Pasalic e Sosa non sono. E poi, tra i vari Paletta, Rodrigo Ely, Gustavo Gomez, manca un centrale di difesa affidabile da affiancare a Romagnoli.
La squadra nelle prime due giornate ha dimostrato di essere con il Mister, di aver cominciato ad assimilare il suo credo ed i suoi dettami tattici, ma ha anche palesato evidenti limiti caratteriali e tecnici. Sui primi si potrà lavorare con calma e si potrà arrivare a diminuirli, se non addirittura ad eliminarli, sui secondi, purtroppo, sarà difficile fare miracoli. Valorizzare alcuni calciatori con potenzialità mai espresse o non ancora consapevoli di tutta la loro forza, è il compito che l’allenatore sta già svolgendo alla grande, ma ci sono almeno quattro squadre che sulla carta ci sono superiori e difficilmente si potrà colmare il gap per puntare a qualcosa in più di una dignitosa qualificazione alla prossima Europa League.
Forse, però, è davvero inutile parlare di risultati e porsi degli obiettivi sul campo. Forse, per questa stagione, basterebbe davvero tornare in Europa con un progetto a medio lungo termine che valorizzi la squadra e faccia fare un salto di qualità ad alcuni calciatori fondamentali. D’altronde il mercato ha rimarcato l’attuale differenza tra il Milan e le prime quattro forze dello scorso campionato e, salvo miracoli, lo ha addirittura ampliato. Difficile competere con squadre che hanno potuto contare su decine di milioni di euro da investire sul mercato, o con altre che hanno finanziato quest’ultimo con cessioni onerose ed illustri. La squadra è quella che è e il vero valore aggiunto dovrà per forza di cose essere il Mister.