Nel periodo più controverso, intricato e difficile dell’ultimo trentennio della storia rossonera ci sono anche delle cose da salvare che potrebbero rappresentare la base da cui ripartire per costruire un nuovo Milan, delle fondamenta solide per un futuro interessante. Nelle ultime partite, così come in quella che stasera porrà di fronte il Diavolo alla Fiorentina, la squadra di Vincenzo Montella ha schierato tantissimi calciatori nati negli anni ’90 e ha riscoperto la linea verde come strumento di freschezza che può risultare anche la carta vincente per avere la meglio sugli avversari. Nelle prime cinque giornate del massimo campionato italiano, su venti compagini totali, solo il Bologna ha un’età media inferiore a quella del Milan nell’undici titolare.
Il Milan di Vincenzo Montella, quindi, punta soprattutto sui talenti nati dopo il 1990, soprattutto nel reparto difensivo visto che, Gabriel Paletta a parte, tutti i recenti titolari sono ragazzi in rampa di lancio e dall’avvenire assicurato. Gianluigi Donnarumma, il portiere campano classe ’99, è il fiore all’occhiello e l’esempio naturale di un processo che vede il Milan odierno ricercare forza e qualità anche dal proprio settore giovanile, uno dei più floridi del calcio italiano. Ed alle sue spalle è addirittura pronto a debuttare un classe 2000 come Alessandro Plizzari, altro portierino niente male che sta crescendo sotto le ali del più grande di un anno, ma già grandissimo esempio da seguire ed inseguire.
Contro la Fiorentina domani sera dovrebbero essere ben sette su undici gli italiani in campo dal 1′; l’attacco composto da Suso, Carlos Bacca e M’Baye Niang è l’unico reparto completamente straniero, nonostante l’ala francese sia ormai da anni nel nostro campionato e si sia integrato al meglio. E l’età media, grazie ai ben nove Under 23 in formazione, continua a scendere. Per il bene soprattutto del Milan del prossimo futuro. Nella gara contro la Lazio il Milan si è ritrovato in campo con un ’99 come Donnarumma, un ’96 come Davide Calabria, un’95 come Alessio Romagnoli, un ’93 come Suso, un ’94 come Niang, un ’92 come De Sciglio e nel secondo tempo addirittura un ’98 come Locatelli che sta mettendo nelle gambe minuti importanti nella massima serie.
La maggior parte di loro è cresciuta nel settore giovanile rossonero, segno che in società si sta lavorando bene sui giovani e su un progetto a medio lungo termine. Il progetto richiesto e tanto sponsorizzato da Silvio Berlusconi fino a qualche mese fa, quindi, si sta pian piano consolidando all’interno del Milan, nonostante lo storico presidente passerà la mano a breve ad una cordata cinese che farà della globalizzazione e dell’internazionalità alcune delle proprie caratteristiche primarie per rilanciare il club. Ma ad oggi il Diavolo è una squadra giovane, fresca, con un’età media molto bassa e con ampia prevalenza di italiani in rosa. Una scelta che molto probabilmente non porterà a risultati fin da subito, ma che per il futuro potrebbe rivelarsi vincente.