Mercato chiuso. Amichevoli finite. Due giornate di campionato alle spalle. Prime valutazioni effettuate e rosa completata, non vi saranno ulteriori aggiunte o uscite. Gli uomini a disposizione questi sono e, almeno fino a gennaio, questi saranno. È giunto dunque il momento delle considerazioni, pur sempre idee di inizio settembre, ma non così lontane dalla reale possibilità. Focus sulla mediana, sorprendentemente sovraffollata.
Dei 6 nuovi arrivati (Vangioni, Lapadula, Gustavo Gomez, Sosa, Pasalic, Mati Fernández), ben lontani dai primi nomi proposti dal tecnico ai primi incontri con il Diavolo, è innegabile come i due centrocampisti sudamericani rappresentino dei pupilli per il mister che, di fronte alla manifesta impossibilità di raggiungere altro, ottimizzerà al meglio ciò che gli è stato portato in dote. Sosa e Fernández, a scanso di ribaltoni, giocheranno, e lo faranno anche tanto, senza tanti se e senza tanti ma. La filosofia “montelliana” (passatemi il neologismo) induce a pensare che, il Milan 16/17, cercherà nelle settimane e nei mesi che verranno di sviluppare, tramite il palleggio ed il bel gioco, la manovra offensiva e non. Ergo, in mediana lentamente spariranno volti e profili da piedi poco educati.
Partendo dal presupposto che difficilmente qualcuno scalzerà Montolivo dal ruolo di regista davanti alla difesa, e che il centrocampo sarà, in linea di massima, schierato a 3, sono in tanti a giocarsi due posti. Il cileno e l’argentino partono con i favori del pronostico, non considerando Bonaventura a causa della spola con l’attacco, formando l’ideale linea centrale del campano. Lontano dal campo potrebbero finire Poli e Honda, Bertolacci a causa dell’infortunio, Locatelli giovanissimo avrà tempo per crescere e, quasi inaspettatamente, Kucka. Lo slovacco avrà minutaggio, tema fuori discussione, ma risulta difficile immaginare una compagine che voglia impostare l’azione che possa fare tanto affidatamento sull’ex Genoa. Di difficile decifrazione, invece, la situazione su Pasalic: il croato ha fisico, gamba e visione, ma i dubbi su ruolo e capacità ne limitano ancora l’impiego. In 10 per 3 posti, anzi, per due posti e mezzo. Il vero rebus per Montella.