Per tutti coloro che nutrono ancora dubbi sull’arrivo dei cinesi al Milan, una precisazione doverosa e sensata arriva dalle pagine del Corriere dello Sport Stadio. Si parla, infatti, di come la potenza economica asiatica voglia investire in Italia, e oltre a farlo in aziende di spicco come Pirelli, Eni o Generali, lo faccia anche nel calcio.
Calcio tanto amato da Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese e grande estimatore del pallone. Tanto è vero che è stato lui a imprimere una forte spinta alla Super League, massimo campionato cinese, nel quale tanti magnati hanno investito tanti soldi per ingolosire giocatori di massimo livello: pensiamo a Drogba nei primi tempi e più recentemente Hulk, Lavezzi e Graziano Pellè. Ora investono in Europa e in Italia: Milan e Inter sono solamente teste di ponte per altri progetti futuri. E non si temano cordate fantasma perché a sottoscrivere ogni contratto c’è anche il fondo statale per gli investimenti all’estero, una sorta di garanzia che la Cina fa sul serio qua da noi.
Renzi e Jinping, poi, si sono incontrati al G-20 di Hangzhou con la promessa di rinsaldare il legame che ora tiene ben salde le economie cinese e italiana dall’interscambio del valore di 38 miliardi di euro. Il calcio è quindi solo l’ennesimo campo in cui interviene lo stato del dragone. La battuta finale, riprendendola come virgolettato è simpatica: “E pensare che Berlusconi aborriva i cinesi di Pechino. Come cambia il mondo.”