Salutarsi, dopo 23 anni di lavoro fianco a fianco, non dev’essere stato facile. Ieri è arrivata l’ufficialità dell’addio a Umberto Gandini, ex direttore esecutivo rossonero, che dopo più di vent’anni di onorato servizio, salutà i rossoneri per approdare alla Roma nel nuovo ruolo di amministratore delegato.
Il Corriere della Sera, in edicola oggi, ha intervistato l’ex “ministro degli esteri” milanista: “Mai avrei pensato di lavorare in un’altra società italiana. Poi è arrivata questa opportunità che mi rende orgoglioso poiché riconosce la mia professionalità. Non so se ci sarebbe stato un posto per me nel nuovo Milan, ma il desiderio di crescere mi ha condotto a questa decisione. Del resto il cambio di proprietà comporta un turn over di dirigenti. Siamo alla fine di un’era, giusto così. Qui, però, resta Adriano Galliani, uno dei più grandi dirigenti italiani. E lui che mi portò al Milan da Rti“.
Infine una chiusa per tornare sul futuro del Milan cinese: “È chiaro che sia finita un’epoca: ci saranno nuovi dirigenti ma il Milan è il Milan. C’è un dna e una cultura che nessun altro club possiede. I giovani cinesi hanno iniziato ad amare il calcio con il Milan di Sacchi e di Capello. Milan-Roma del 12 dicembre? Sarò come il giocatore che segna ma non esulta. Per rispetto“.
This post was last modified on 8 Settembre 2016 - 13:57