Strano vero? Non credete sia quantomeno bizzarro che una società che, per decenni, si è distinta a livello mondiale sul piano comunicativo, ora stia per essere ceduto ad un generico “fondo cinese”. Il Milan, quello vincente e dominatore a livello mondiale, era visto e preso come punto di riferimento per altre società in cerca di appigli per una crescita futura. Chissà che il passo compiuto ieri non possa essere un ritorno alle origini, un rilancio puntando ai fasti del passato in chiave di ciò che verrà. Da questo scoglio nell’oceano dell’informazione, terremmo particolarmente a fornire il nostro benvenuto ai proprietari in pectore, cercando umilmente di offrire consiglio per non sbagliare strategia.
Il nome alle spalle della cordata, molto probabilmente, non si conoscerà mai. Pratica consolidata nel mondo della finanza, situazione però di difficile comprensione per i tifosi, abituati da oltre 30 anni a riconoscersi in un volto, un profilo che rappresenti il club in tutte le sfaccettature, nelle vittorie e nella sconfitta. Appurato che questo fatidico nome non uscirà, sarà fondamentale per il nuovo corso asiatico essere chiari e limpidi nella comunicazione, vero punto cruciale nel deteriorato rapporto con i supporter. Sarà vitale apparire decisi, magari proclamare calma immediata per poi tornare ad alti livelli, dimostrare studio e programmazione delle prossime tappe, in ogni ambito, dal campo economico a quello del calcio giocato, passando per il calciomercato.
Messe in luce queste brevi ma significative istruzioni all’uso, è innegabile sottolineare come i cinesi abbiano mantenuto la promessa, “facendo il compitino”. Gli 85 milioni di euro versati a formare la caparra di 100 milioni sono un segnale evidente di come, a scanso di clamorosi ribaltoni, l’affare si farà, e si riscriverà la storia. Sostanzialmente il più è fatto, parlandoci in termini spicci, ora bisognerà solo aspettare i prossimi step per la chiusura definitiva, il tanto agognato closing di fine anno. Altre mosse da chiudere con oculatezza, i tanti buchi presenti nell’organigramma del Diavolo: partendo da un ds efficiente e dal cambio di passo nelle idee, andando poi, a mano a mano, a riempire le restanti caselle con uomini giusti e, perché no, qualche leggenda del club. Maldini, anche se difficilmente accadrà, oppure il già esperto a livello dirigenziale Demetrio Albertini.