Il Milan è senza vento. Le bandiere non sventolano più: né sui balconi né in società. Una settimana fa sembrava che nel corso cinese la presenza di un ex giocatore-simbolo fosse garantita: Maldini, Albertini, Costacurta, c’era solo da scegliere e trovare un modo per convivere con il nuovo AD. Oggi, invece, la situazione è più complicata e i rapporti più tesi. L’ex dirigente dell’Inter, presto, parlerà con Maldini e Albertini, però intanto quella di Costacurta si può già escludere e quella di Demetrio ha vissuto momento migliori.
Il tweet di Albertini probabilmente è stato istintivo, ma il messaggio era abbastanza chiaro e voleva fare polemica con le recenti decisioni in casa rossonera: la cordata di Pechino come principale responsabile ha chiamato Fassone, che a sua volta ha chiamato Mirabelli come ds. Sono due ex interisti. Senza contare il più che possibile arrivo di altre figure nerazzurre: soprattutto il candidato alla successione di Gandini, Umberto Marino, ora all’Atalanta ma in passato ai cugini. Costacurta, invece, ci è andato giù ancora più pesante, quasi minacciando Fassone e soci di non telefonargli nemmeno per sbaglio. I tifosi si dividono, fra commenti di pancia e ragionamenti, elogi e polemiche. Perché non tutti hanno condiviso gli atteggiamenti di questi idoli. Resta da capire, in generale, la posizione da ricoprire, perché nessuno accetterebbe un ruolo da comparsa. E comunque avrebbero preferito, nel caso, venir contattati prima della nomina di Mirabelli. Ma il progetto è ormai indirizzato. Quindi, a sensazione, spiega La Gazzetta dello Sport, i candidati davvero in corsa sembrano essere proprio Albertini e anche Ambrosini.
E Maldini? Lo spazio è limitato, i problemi sono diversi: organizzazione, convivenza, responsabilità da dividere. Il paradosso è servito: le bandiere del passato fanno discutere sul futuro, mentre la squadra vive un presente complicato. Tranquillità, zero.