I suoi numeri sono stellari, i migliori da quando è al Milan: 5 gol in 5 partite, a fronte degli otto complessivi della squadra. E potevano anche essere di più, se con la Lazio – a differenza del Torino, essendo il prescelto e in quell’occasione puntando alla prima tripletta in Serie A – non avesse gentilmente lasciato a Niang il rigore del 2-0.
Un gesto bello e significativo, agli occhi di Montella, anche se egoisticamente gli ha negato la possibilità di essere già alla pari di Icardi nella classifica capocannonieri. Sarà ancora più interessante, stasera, metterlo al cospetto della miglior difesa del campionato (solo 4 gol subiti, ma con una gara in meno). Uno capace di metterla dentro una volta ogni 74′ sfiderà Tatarusanu e soci, poco inclini ad aprire la propria porta ma costretti a prestare grande attenzione perché Carlos, dopo la panchina di Marassi, è tornato con una cattiveria e una fame che in rossonero non si era mai vista. Va in rete ogni due tiri (23 su 45) e da 8 giornate consecutive, quasi sempre al primo pallone che gli arriva in area. Un motivo in più per andare ancora in gol: nessuno, al Franchi, ha ancora segnato alla formazione di Sosa.
Ma un motivo in più per non prenderne ce l’ha pure Tata, il guardone della Viola, adesso diventato una certezza e di recente decisivo a più riprese. La questione, però, riguarda il suo rapporto di allora con l’Aeroplanino, che lo tolse dal ruolo di riserva solo quando si scoprì – gennaio 2015 – che Neto avesse già un accordo per passare alla Juve. Oggi avversari in Fiorentina-Milan, già importantissima per raggiungere per la prossima Europa.