Ogni storia, per definirsi tale, deve avere un inizio, uno svolgimento e una conclusione. E quella che sta vivendo Keisuke Honda al Milan pare proprio sia la parte finale di una storia in piena regola. Un inizio da 10, uno svolgimento fatto di tanti alti e bassi, e una stagione conclusiva che va spegnendosi verso la fine del contratto in scadenza a giugno 2017.
L’Honda ammirato sin qui non è certo quello tanto atteso dopo la pomposa presentazione con tanto di logo personalizzato. Un trequartista che ha fatto tanto bene in Russia al CSKA Mosca che arriva al calcio italiano carico di concentrazione e una dedizione al lavoro che nel Milan in cui si inserisce sembra addirittura troppa. In due stagioni e mezzo colleziona 83 presenze, 10 reti e 14 assist, facendo calare sul numero 10 rossonero un’ombra e una malinconia in ricordo di chi prima di lui l’ha vestito con onore. Tatticamente incastrato in un 4-3-3 che lo vede largo a destra nel tridente offensivo non è mai riuscito ad esprimere tutte le sue doti tecniche, mostrando anzi tutti i suoi limiti atletici e fisici in un campionato dai ritmi decisamente superiori alle sue precedenti esperienze. Con Montella non sembra cambiare la storia: largo a sinistra e con l’agguerrita concorrenza di Suso e Lapadula, come fu con Robinho e poi con Cerci e Niang.
This post was last modified on 23 Agosto 2016 - 18:29