Quindici minuti di ottimo calcio, buio, rientro dagli spogliatoi con gli attributi per recuperare il doppio svantaggio, molto buio. In queste quattro fasi è riassumibile la serata rossonera al San Paolo. Soffermandoci sulla prima parte è interessante come Montella abbia disposto tatticamente la squadra: un 4-3-3 liquido che in fase offensiva diventava un 2-3-5 iperoffensivo e un 4-2-3-1 durante il giro palla difensivo dei partenopei. Una soluzione che si è rivelata azzeccata ma che non ha saputo evolversi al contesto gara.
Importante, fino al primo gol, è stato il movimento di Mattia De Sciglio: nonostante sia incappato nell’ennesima partita sottotono, probabilmente un problema dovuto all’ambiente dato che in nazionale aveva mostrato un carattere ben diverso, in quella sezione di gioco De Sciglio, al posto del tradizionale movimento del terzino ad allargarsi dando un’opzione esterna al giro palla difensivo, si spostava costantemente verso il centro al fianco di Montolivo. Come da ammissione dello stesso Montella in conferenza, ciò ha avuto due implicazioni nel gioco. Una in fase di possesso: muovendosi centralmente De Sciglio liberava un ampio spazio per Bonaventura che spesso è andato a giocare largo a sinistra creando superiorità numerica con Niang nei confronti di Hysaj, bloccato in questo modo sulla sua linea difensiva. Secondo poi, in fase di marcatura preventiva: avete visto Allan ripartire come suo solito? No, proprio perché De Sciglio andava ad intasare proprio lo spazio centrale che il centrocampista brasiliano sa attaccare bene.
This post was last modified on 29 Agosto 2016 - 09:19